Il toro visto da... lontano. Un viaggio tra tempo e spazio (Editoriale Giorni, pagg. 320, € 20,00) è la raccolta di tante emozioni vissute, di
tante storie narrate in modo semplice e scorrevole da tifosi della
squadra di calcio del Torino sparsi per l'Italia. Quando andare allo
stadio e vedere il Toro giocare in casa vuol dire spesso fare la più
lunga trasferta, vuol dire che la partita è assai più lunga dei 90
minuti di gioco. Fattitaliani ha intervistato Gianluigi Febbraio, curatore del volume.
Perché un libro del genere? a chi potrebbe interessare a parte i tifosi granata?
Erano anni che avevamo in testa un libro del genere, a ogni trasferta o
cena quando ci incontravamo con Romagranata, Viterbo Granata, Toscana
Granata, Maremma, Parma e altri, l'elenco sarebbe lungo, fantasticavamo
su come sarebbe stato bello raccogliere le esperienze di tutti quei
tifosi che vivono il TORO appunto da lontano e pubblicarle in un libro.
Si è concretizzato grazie allo stimolo e allo sprono da parte di Piero
di Manduria, il quale ha realizzato la parte del libro relativa ai
"ragazzi del Toro" del dopo Superga.
Il libro può e interessa chiunque, perché non si parla solo di calcio giocato, ma di esperienze personali che ogni tifoso ha vissuto in prima persona, quindi uniche. Altrimenti si rischiava di raccontare la solita storia comune.
Il libro può e interessa chiunque, perché non si parla solo di calcio giocato, ma di esperienze personali che ogni tifoso ha vissuto in prima persona, quindi uniche. Altrimenti si rischiava di raccontare la solita storia comune.
Durante quali occasioni sono state raccolte le testimonianze presenti?
La maggior parte delle storie sono state raccolte utilizzando i nuovi
meccanismi che oggi la rete offre, poi ogni persona aveva nel cuore una
storia personale e particolare che ha raccolto dal proprio cuore. Tanta
gente che ha partecipato alla stesura del libro all'inizio era in
difficoltà. Molti mi hanno confessato che avevano imbarazzo nello
scrivere, ma poi una volta iniziato a scrivere il racconto veniva fuori
da solo, spesso accompagnato da particolari che credeva aver
dimenticato.
Gruppi più o meno numerosi si spostano dal nord al sud e viceversa per
seguire la squadra: che Italia viene fuori da tali trasferte?
L'amore comune verso il TORO, lega in modo indissolubile e
incondizionato i tantissimi tifosi sparsi per l'Italia e per il Mondo,
non esistono divisioni geografiche, di ceto, di razza il tifoso del TORO
è il tifoso del TORO e basta. In più occasioni, durante le "trasferte" a
Torino - perché per noi giocare in casa è la trasferta più lontana -
abbiamo avuto modo di ricevere testimonianze di stima e di ammirazione
da parte dei tifosi di Torino.
C'è una città, una regione che inaspettatamente è più "granata" delle altre?
Torino è stata è resterà granata! ovviamente Torino e il Piemonte hanno
la maggioranza, poi tutto il resto non è quantificabile, noi tifosi del
TORO siamo tanti, siamo in ogni dove, siamo fieri rispettati e
orgogliosi. Quando e dove meno te lo aspetti trovi un tifoso del TORO.
Per dirne una, sabato mi trovavo nel bel mezzo del bosco dei Castelli
Romani con la mia mountain bike a pedalare con indosso la mia vistosa
maglia granata che vengo bloccato da un ragazzo mai conosciuto prima
anch'esso con evidenti segni granata con un bel TORO stampigliato in
petto, è stata subito festa ci siamo abbracciati come se fossimo amici
da sempre che non ci vedevano da anni. Questo credo sia lo spirito
granata in tutto il Mondo.
I granata sono "fedelissimi" al Toro: c'è stata qualche fase della
storia della squadra che ha fatto vacillare un poco questo sentimento di
fedeltà?
Siamo innamorati del TORO e come tutti gli amori hanno alti e bassi. I
tanti anni trascorsi oscillando tra A e B, l'epoca ciminnelliana e i
danni di quello che ha prodotto, hanno messo a dura prova tutti i
tifosi. Cairo ci aveva dato l'illusione di poter invertire questa
tendenza, infatti tanti tifosi si erano riavvicinati, poi di nuovo la
delusione per tre sciagurati anni trascorsi nel purgatorio del calcio.
Sembra sempre sia la volta buona per un nostro riscatto, poi c'è sempre
qualcosa che non quadra. Noi siamo e saremo sempre fedeli, se la
società riuscirà a capire qual è il patrimonio di questa Squadra, quindi
ci rispetterà senza prenderci in giro come troppe volte ha fatto, noi
saremo pronti a farci sentire sempre con più forza.
Come vedete la situazione del Torino oggi?
Il Torino di oggi è un'incompiuta! Non si vedono grandi progetti, non si
riesce a capire perché con un piccolissimo sforzo potremo stare
tranquilli davvero programmando il futuro, invece la società non
investe. Investire non vuol dire semplicemente "ficcare il grano". Vuol
dire dare dignità, attenzione, futuro. Il FILADELFIA è pazzesco sia
ridotto così, dovrebbe essere la priorità assoluta. L'attenzione verso
il settore giovanile era e dovrebbe tornare ad essere la base della
nostra società. Il futuro può esserci se si insegna la Cultura del TORO
alle giovani leve attraverso le scuole dell'obbligo con degli stage, e
una scuola calcio ramificata almeno in tutta la regione e se possibile
anche oltre come si faceva un tempo. Dando voce agli osservatori che
scovano talenti da far crescere e valorizzare. Si potrebbe andare avanti, ma il rischio è quello di scrivere un altro libro... Giovanni Zambito.
© Riproduzione riservata
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