Un
disco dedicato ai colori, un'opera prima frizzante e delicata per il
giovane pianista bellunese: è Colors, disco di debutto di Luca
Poletti, che si presenta al pubblico con un album ricco di jazz,
messaggi e speranze.
Innanzitutto un originale concept, come spiega
orgoglioso l'autore: "Il disco è una sorta di viaggio, pezzi
senza soluzione di continuità che rievocano la storia di un pianista
che, in cerca di ispirazione, fa zapping tra le frequenze radio alla
ricerca di qualcosa che lo possa coinvolgere. Trova prima Monteverdi,
poi Chopin, Petrucciani e Leonard Bernstein (i miei amori!) finchè
scopre una composizione che lo colpisce. Sintonizza meglio e... zac,
parte il disco. I brani scorrono finchè verso la fine del disco il
segnale diventa improvvisamente così disturbato che il pianista
decide di spegnere e sedersi al pianoforte per ripercorrere ciò che
ha sentito. Avendo ascoltato questi brani una volta sola, cerca di
eseguire quello che ricorda...".
Nato
a Belluno nel 1986, Luca Poletti ha una carriera breve ma
eccezionale: laureato in pianoforte, musica jazz, strumentazione e
composizione per banda a Trento, ha vinto numerosi festival
internazionali e ha collaborato con colossi del calibro di Uri Caine,
Steve Swallow, Bruno Tommaso, e per il suo Colorsha immaginato subito
una tromba d'eccezione, Paolo Fresu. "Paolo è quel genere di
artista di cui ti puoi innamorare facilmente: suono avvolgente e
radicato, fraseggio intrigante, eleganza e profondità in ogni
singola nota... un artista unico. Queste caratteristiche sono
estremamente vicine al mio ideale di suono, di intenzione musicale e
di visione della Musica; dentro di me ho sempre saputo che l’artista
perfetto per questo disco sarebbe stato lui". Registrato da
Stefano Amerio agli Artesuono in compagnia di Fresu e del trio di
Poletti, Colors riassume bene il mondo sonoro caro al pianista: "La
varietà stilistica è stata una scelta quasi obbligata per via dei
miei interessi musicali che vanno da Monteverdi a Charlie Parker
passando per i Pink Floyd, Herbie Hancock, Mingus e i Led Zeppelin.
Per me il Jazz, in fondo, è proprio questo, sintetizzare ed
esprimere il proprio mondo cercando di essere ascoltatore attento del
proprio presente."
Diciassette
pezzi intervallati da Preludi (di cui due scritti da Fresu), una
intrigante eterogeneità di fondo e la freschezza delle intenzioni
rendono Colors un album sincero e piacevole, con brani che rivelano
storie personali e sensazioni: "Raining Grey ad esempio esprime
ciò che mi trasmette la città di Trento e la mia curiosità per
compositori come Luciano Berio, Sirene la mia passione viscerale per
l’armonia, Strolling Around la leggerezza del vagare senza meta e
le meravigliose sonorità ECM, This Is For You una parte molto
importante del mio cuore comeLeo, brano dal sapore pop dedicato al
mio piccolo nipotino. Ho sperimentato alcune soluzioni free in
Bastian oirartnoC, in Preludio e fuga (dalla realtà) invece è
uscita la parte più intima e fumosa del jazz e in Sold 20% emerge la
mia passione per il funk nero con una strizzata d’occhio ai Tower
of Power". L'intervista.
Dal
titolo e dalla copertina, Colors
dà immediatamente la sensazione di varietà stilistica: è questa la
caratteristica principale dell’album?
Sì,
e mi fa piacere che venga trasmessa questa sensazione perché
significa che il lavoro ha un suo stampo, in un certo senso
rappresenta qualcosa di unico. La varietà stilistica, in realtà, è
stata una scelta quasi obbligata forse per via dei miei interessi
musicali che vanno da Monteverdi a Charlie Parker passando per i Pink
Floyd, Herbie Hancock, Mingus e i Led Zeppelin. Per me il Jazz, in
fondo, è proprio questo, sintetizzare ed esprimere il proprio mondo
cercando di essere ascoltatore attento del proprio presente.
Lo
confesso, non sono mai stato un purista ed è forse per questo motivo
che Colors
racconta un viaggio musicale attraverso i molti colori che amo; in
questo senso, il jazz e l’idea che esso rappresenta, è stata la
matrice con cui plasmare l’intera architettura sonora. Mi sono
concentrato nell’approfondire un colore per volta avendo il
coraggio di restare sulla tinta scelta senza scivolare via
velocemente per paura di perdere un equilibrio. D’altro canto però,
non vorrei passasse l’idea che questo album sia una sorta di facile
compilation nella quale si balza da uno stile all’altro senza
serietà, non è così; è un percorso musicale definito che tocca
differenti colori ma che ha una propria struttura compositiva ed una
sua narrazione ben precisa e direzionata.
Come
mai hai definito Colors
un concept album? È una prerogativa frequente in molti dischi rock,
soprattutto laddove ci siano testi e la narrazione di una vicenda
lunga tutto l’album…
Credo
che il concept album sia uno strumento straordinario: aiuta a creare
un viaggio narrativo unico che l’ascoltatore può assaporare
appieno perché ne riconosce la sua identità, il suo “peso”, una
storia con un inizio, uno sviluppo ed una fine...rappresenta quindi
qualcosa di completo in se stesso. In questo senso nel rock è il re
incontrastato (Dark
side of the moon
è l’esempio che mi piace di più) ma troviamo straordinari esempi
anche nella musica pop nazionale, mi viene subito alla mente Storia
di un impiegato
di Fabrizio De Andrè, un capolavoro assoluto.
Colors
è un concept album perchè i brani creano questo famoso viaggio;
sono senza soluzione di continuità e trattano velatamente una
storia; quella di un pianista che, in cerca di ispirazione, fa
zapping tra svariate frequenze radio nella speranza di trovare
qualcosa che lo possa coinvolgere. Incorre prima in Monteverdi, poi
in Chopin, quindi in Petrucciani e Leonard Bernstein tra i tanti (i
miei amori) e via via finchè scopre una composizione che lo
colpisce. Sintonizza meglio e...zac, parte il disco. I brani scorrono
veloci finchè verso la fine del disco il segnale diventa
improvvisamente così disturbato che il pianista decide di spegnere
la radio e di sedersi al pianoforte per ripercorrere ciò che ha
sentito. Ovviamente avendo ascoltato queste composizioni una volta
sola, cerca di eseguire quello che ricorda. Ecco dunque l’ultimo
brano: Colors.
Al
di là dei brani, questo lavoro necessitava di qualcos’altro per
essere completo, ho deciso quindi di unire le composizioni tra loro
con dei Preludi (due scritti da Fresu) che portassero nuovo materiale
di collegamento.
Colors
è un disco d’esordio che presenta al pubblico la tua visione della
musica e nello specifico del jazz: ci sei arrivato timoroso oppure,
come spesso capita, pieno di idee e stimoli?
Sono
arrivato in studio pieno di idee e di materiali musicali diversi,
avevo voglia di mettere su disco quello che mi girava in testa da
tempo, diciamo che è stata quasi una necessità. Il jazz ovviamente
è stato il compagno ideale che mi ha aiutato a delineare il viaggio,
la narrazione, mentre i tasselli compositivi sono venuti fuori pian
piano, brano dopo brano, nota dopo nota, colore dopo colore.
Credo
che questo disco mi rappresenti e non intendo soltanto per le
emozioni che sono legate alla sua realizzazione (e sono molte!) ma
perché ogni brano raffigura una parte della mia vita. Raining
Grey
ad esempio esprime ciò che mi trasmette la città di Trento e la mia
curiosità per i grandi compositori contemporanei come Luciano Berio,
Sirene
la mia passione viscerale per l’armonia, Strolling
Around la
leggerezza del vagare senza meta e le meravigliose sonorità ECM,
This
Is For You
una parte molto importante del mio cuore come altrettanto Leo,
brano
dal sapore pop dedicato al mio nipotino. Ho avuto la possibilità di
sperimentare alcune soluzioni free
in
Bastian
oirartnoC,
in Preludio
e fuga (dalla realtà)
invece è uscita la parte più intima e fumosa del jazz (in duo con
Paolo) ed infine in Sold
20%
è contenuto la mia passione per il funk nero con una strizzata
d’occhio ai Tower
of Power.
Insomma,
come avrei potuto non imprimere tutte queste idee su disco?
I
pezzi sono intervallati da preludi strumentali: che funzione hanno
questi brani?
I
Preludi credo siano stati l’azzardo più grande; un azzardo che ha
consentito però di ideare un percorso al di fuori delle composizioni
originali. I preludi lavorano su binari contrapposti e autonomi ai
brani, utilizzano infatti metodologie compositive molto diverse come
i quarti di tono, l’improvvisazione libera, i metri e polimetri e
l’elettronica.
Il
motivo per il quale ho scelto di inserire questi interventi è stata
la volontà di creare un terreno che aiutasse a “ripulire” le
orecchie dalle sonorità dei brani appena ascoltati ed entrare
incontaminati dentro al nuovo materiale sonoro.
Forse,
è stato proprio per questo motivo che il disco ha trovato un suo
equilibrio; le composizioni da una parte e i preludi dall’altra,
due storie distinte ma sempre compenetranti.
Spicca
in modo particolare la partecipazione di Paolo Fresu: per quale
motivo hai voluto uno dei più importanti nomi del jazz
internazionale?
Paolo
è quel genere di artista di cui ti puoi innamorare facilmente: suono
avvolgente e radicato, fraseggio intrigante, eleganza e profondità
in ogni singola nota... un Artista davvero unico. Queste
caratteristiche sono estremamente vicine al mio ideale di suono, di
intenzione musicale e di visione della Musica; dentro di me ho sempre
saputo che l’artista perfetto per questo disco sarebbe stato lui.
Il
nostro incontro è avvenuto tre anni fa quando ho avuto il piacere di
realizzare un concerto con la big band del Conservatorio e Fresu come
ospite. Successivamente un’altra occasione è stata con l’Alborada
String Quartet e infine abbiamo mantenuto i contatti per
un’intervista per la mia tesi della laurea specialistica in Musica
Jazz presso il Conservatorio “F.A.Bomporti” di Trento.
Che
dire? Il coronamento di un sogno.
Cosa
hai potuto imparare dalla collaborazione con un musicista così
esperto?
Da
Paolo ho imparato molto, sia dal punto di vista musicale che umano.
In primis direi l’intensità con cui dare significato ad ogni
singola nota, poi pensare che i generi e gli stili sono solamente dei
codici e non dei dogmi che, in fin dei conti, possono essere
tranquillamente infranti; vedere i problemi da varie angolature
cercando sempre nuove soluzioni e soprattutto porsi in modo
propositivo in ogni situazione. Un grande Artista al quale devo
davvero molto.
Altrettanto
importante per la buona riuscita del disco è il coinvolgimento di
Stefano Amerio e Artesuono: un valore aggiunto?
Assolutamente
sì! Stefano è stato davvero un valore aggiunto; un vero artista del
suono, un esperto ascoltatore e un consigliere sempre attento e
sincero. La sua professionalità e disponibilità hanno davvero
contribuito all’ottima realizzazione di Colors.
Sei
giovanissimo ma hai già alle spalle un curriculum straordinario: tra
le numerose esperienze e le svariate collaborazioni che hai avuto,
c’è qualcuna che ricordi in modo particolare e che ti ha segnato
profondamente?
La
prima collaborazione è sicuramente quella con Bruno Tommaso,
arrangiatore sopraffino e direttore d’orchestra che sa sempre
ottenere il meglio dai suoi orchestrali, con simpatia e direzione;
con lui abbiamo montato un concerto su musiche di Gil Evans nel quale
ho realizzato alcune orchestrazioni ed arrangiamenti per l’orchestra.
Un’altra esperienza che ricordo con piacere è quella con Uri Caine
e Giancarlo Gazzani, in quel caso ho preparato la big band ed abbiamo
fatto un concerto su musiche di Ellington. Che carisma incredibile!
Uri è una persona gentile e molto disponibile. Tutte esperienze che
ho realizzato grazie al pianista e amico Roberto Cipelli che ha
sempre lavorato molto per poterle rendere reali.
Una
grande occasione è stata l’esecuzione di un mio arrangiamento da
parte di Steve Swallow, un suono meraviglioso e un gigante del basso
jazz! Ho avuto il piacere di collaborare con molti altri artisti tra
cui Fabrizio Bosso, Andrea Tofanelli e infine Enrico Ruggeri al quale
ho fatto da gruppo spalla. Tutti artisti molto diversi tra loro ma
con un amore per la musica talmente forte da accomunarli.
Cosa
puoi dirci della strumentazione usata nel disco?
Nel
disco ho utilizzato principalmente il pianoforte a coda Fazioli F278
di Stefano Amerio, uno strumento squisito, perfettamente bilanciato e
con dei bassi che ti fanno ringraziare il momento in cui hai iniziato
a studiare pianoforte; il Fender Rhodes Mark 1 a 88 tasti (sempre di
Artesuono) uno strumento dal suono favoloso che ricorda i migliori
anni ’70 ed infine vari sintetizzatori collegati al Mac che mi
hanno consentito una paletta sonora molto ampia.
Cosa
ti aspetti da questo album d’esordio?
Domanda
difficile! Principalmente mi aspetto che sia proprio il disco a
parlare per me.
Info:
Luca Poletti:
www.lucapoletti.com
Luca Poletti:
www.facebook.com/LucaPolettiMusician
Synpress44 Ufficio Stampa:
www.synpress44.com
Luca Poletti:
www.lucapoletti.com
Luca Poletti:
www.facebook.com/LucaPolettiMusician
Synpress44 Ufficio Stampa:
www.synpress44.com
LUCA POLETTI: bio e curriculum
Luca Poletti nasce nel 1986 in provincia di Belluno dove, sotto la guida del m° Renato Pante, in tenera età intraprende lo studio del pianoforte. Nel 2005 si diploma al Liceo Musicale annesso al Conservatorio Statale di Musica “F.A.Bonporti” di Trento. Nel 2009 si Laurea brillantemente in Pianoforte sotto la guida dell'insegnante Nicoletta Antoniacomi. Nel 2010 si diploma in Composizione e strumentazione per Banda col m° Daniele Carnevali. Nel 2012 si laurea (magistrale) con 110, lode e menzione d’onore in Musica Jazz sotto la guida di Roberto Cipelli e Bob Bonisolo.
Cura la composizione e segue masterclass tenuti da docenti quali Salvatore Sciarrino e Riccardo Risaliti oltre che approfondire la direzione d’orchestra con il M° Giancarlo Guarino. La sua formazione si rafforza attraverso lo studio con docenti ed artisti fra i quali Andrea Lucchesini, Massimiliano Damerini, Lya De Barberiis, Piero Rattalino, Miroslav Vitous, Pat Martino, Stefano Bollani, Jeff Ballard, Franco D’Andrea, Giovanni Tommaso, Markus Stockhausen, Phil Markovitz, Roberto Cipelli e molti altri. Frequenta inoltre diversi workshop tra cui Berklee College of Music di Boston, Nuoro jazz, Merano Jazz, Saint Louis College of Music.
CONCORSI INTERNAZIONALI VINTI:
European Jazz Contest 2011 - sezione COMPOSERS ( 1° premio assoluto - Giuria: Intra, Damiani, Oddi, Biriaco, Solimene, Mastruzzi)
Barga Jazz 2010 (finalista - esecuzione dell'arrangiamento: Steve Swallow e Barga Jazz Orchestra)
Baronissi Jazz Contest 2013 (SA) ottiene il 2° premio (50 gruppi partecipanti)
Barga Jazz 2013 per gruppi emergenti 1° premio
Piacenza Jazz Fest, menzione speciale della giuria (pubblicato sulla rivista Musica Jazz) e l'arrangiamento viene eseguito dall'Orchestra della Società Italiana di Musicologia-Afroamericana
Concorso Internazionale di Musica Nuovi Orizzonti ottiene il 1° premio e il 2° assoluto su tutte le categorie
(Ri)scritture in Jazz Finalista
Trento Film Festival 2013 Miglior colonna sonora (Film “Il tocco degli angeli”)
Concorso nazionale Luigi Nono della Rai - finalista
European Music Competition - 2°premio (primo non assegnato)
Concorso Internazionale Città di Carlino – (3° premio).
ATTIVITA’
Guida diversi gruppi jazz (a proprio nome), collabora con diverse orchestre in qualità di direttore, pianista e compositore e con alcuni cantautori come arrangiatore/orchestratore e pianista oltre che essere un richiesto arrangiatore e orchestratore per corti animati. E' il direttore dell'Orchestra Jazz del Dipartimento di Musica Jazz del Conservatorio di Trento.
Ha recentemente pubblicato il suo primo lavoro discografico “COLORS” che vede come ospite il trombettista Paolo Fresu
Scrive arrangiamenti e collabora con varie orchestre tra cui: Quintetto dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Bonporti Jazz Band, i “I Filarmonici”, “Orchestra PSA”, “Paolo Fresu and Alborada String Quartett”, RIMM for Brass della Fenice di Venezia, "BargaJazz Orchestra" “Big Band LINZ”, “Swingin’ Jazz Orchestra”, "Corpo Bandistico Città di Albiano", Saint Louis Big Band, Sidma Orchestra.
Ha partecipato a diversi Festival internazionali tra cui “Primiero Dolomiti Festival”, "Serravalle Pistoiese in Jazz", “MaerzMusik – Berlin”, "Casa del Jazz Festival - Roma", “Trento Film Festival”, “Festival dell’Economia-Trento”, “Pomeriggi Musicali”, "Barga Jazz Fest", "Odio L'estate, Roma", “Itinerari Jazz- Trento”, "Valsugana Jazz Tour", “Reggio Emilia Music Festival”, “Venerdì in Filarmonica”, …).
ALTRE ESPERIENZE:
Collaboratore musicale nei progetti del Teatro Lirico “La Fenice” di Venezia.
Musicista nel progetto “Intonarumori – Music for new intruments” in collaborazione con “University of San Francisco – Deparment of composition and musicology”.
Prima esecuzione Europea realizzata presso il MaerzMusik Festival (Berlin).
HA SUONATO CON:
Paolo Fresu, Uri Caine, Steve Swallow, Enrico Ruggeri (support band), Bruno Tommaso, Daniele Carnevali, Andrea Tofanelli, Achille Succi, Alborada String Quartett, Gigi Grata, Davide Ghidoni, Stefano Senni, Roberto Cecchetto, Luca Gusella, Gigi Grata, Stefano Pisetta.
Info: www.lucapoletti.com
Luca Poletti nasce nel 1986 in provincia di Belluno dove, sotto la guida del m° Renato Pante, in tenera età intraprende lo studio del pianoforte. Nel 2005 si diploma al Liceo Musicale annesso al Conservatorio Statale di Musica “F.A.Bonporti” di Trento. Nel 2009 si Laurea brillantemente in Pianoforte sotto la guida dell'insegnante Nicoletta Antoniacomi. Nel 2010 si diploma in Composizione e strumentazione per Banda col m° Daniele Carnevali. Nel 2012 si laurea (magistrale) con 110, lode e menzione d’onore in Musica Jazz sotto la guida di Roberto Cipelli e Bob Bonisolo.
Cura la composizione e segue masterclass tenuti da docenti quali Salvatore Sciarrino e Riccardo Risaliti oltre che approfondire la direzione d’orchestra con il M° Giancarlo Guarino. La sua formazione si rafforza attraverso lo studio con docenti ed artisti fra i quali Andrea Lucchesini, Massimiliano Damerini, Lya De Barberiis, Piero Rattalino, Miroslav Vitous, Pat Martino, Stefano Bollani, Jeff Ballard, Franco D’Andrea, Giovanni Tommaso, Markus Stockhausen, Phil Markovitz, Roberto Cipelli e molti altri. Frequenta inoltre diversi workshop tra cui Berklee College of Music di Boston, Nuoro jazz, Merano Jazz, Saint Louis College of Music.
CONCORSI INTERNAZIONALI VINTI:
European Jazz Contest 2011 - sezione COMPOSERS ( 1° premio assoluto - Giuria: Intra, Damiani, Oddi, Biriaco, Solimene, Mastruzzi)
Barga Jazz 2010 (finalista - esecuzione dell'arrangiamento: Steve Swallow e Barga Jazz Orchestra)
Baronissi Jazz Contest 2013 (SA) ottiene il 2° premio (50 gruppi partecipanti)
Barga Jazz 2013 per gruppi emergenti 1° premio
Piacenza Jazz Fest, menzione speciale della giuria (pubblicato sulla rivista Musica Jazz) e l'arrangiamento viene eseguito dall'Orchestra della Società Italiana di Musicologia-Afroamericana
Concorso Internazionale di Musica Nuovi Orizzonti ottiene il 1° premio e il 2° assoluto su tutte le categorie
(Ri)scritture in Jazz Finalista
Trento Film Festival 2013 Miglior colonna sonora (Film “Il tocco degli angeli”)
Concorso nazionale Luigi Nono della Rai - finalista
European Music Competition - 2°premio (primo non assegnato)
Concorso Internazionale Città di Carlino – (3° premio).
ATTIVITA’
Guida diversi gruppi jazz (a proprio nome), collabora con diverse orchestre in qualità di direttore, pianista e compositore e con alcuni cantautori come arrangiatore/orchestratore e pianista oltre che essere un richiesto arrangiatore e orchestratore per corti animati. E' il direttore dell'Orchestra Jazz del Dipartimento di Musica Jazz del Conservatorio di Trento.
Ha recentemente pubblicato il suo primo lavoro discografico “COLORS” che vede come ospite il trombettista Paolo Fresu
Scrive arrangiamenti e collabora con varie orchestre tra cui: Quintetto dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Bonporti Jazz Band, i “I Filarmonici”, “Orchestra PSA”, “Paolo Fresu and Alborada String Quartett”, RIMM for Brass della Fenice di Venezia, "BargaJazz Orchestra" “Big Band LINZ”, “Swingin’ Jazz Orchestra”, "Corpo Bandistico Città di Albiano", Saint Louis Big Band, Sidma Orchestra.
Ha partecipato a diversi Festival internazionali tra cui “Primiero Dolomiti Festival”, "Serravalle Pistoiese in Jazz", “MaerzMusik – Berlin”, "Casa del Jazz Festival - Roma", “Trento Film Festival”, “Festival dell’Economia-Trento”, “Pomeriggi Musicali”, "Barga Jazz Fest", "Odio L'estate, Roma", “Itinerari Jazz- Trento”, "Valsugana Jazz Tour", “Reggio Emilia Music Festival”, “Venerdì in Filarmonica”, …).
ALTRE ESPERIENZE:
Collaboratore musicale nei progetti del Teatro Lirico “La Fenice” di Venezia.
Musicista nel progetto “Intonarumori – Music for new intruments” in collaborazione con “University of San Francisco – Deparment of composition and musicology”.
Prima esecuzione Europea realizzata presso il MaerzMusik Festival (Berlin).
HA SUONATO CON:
Paolo Fresu, Uri Caine, Steve Swallow, Enrico Ruggeri (support band), Bruno Tommaso, Daniele Carnevali, Andrea Tofanelli, Achille Succi, Alborada String Quartett, Gigi Grata, Davide Ghidoni, Stefano Senni, Roberto Cecchetto, Luca Gusella, Gigi Grata, Stefano Pisetta.
Info: www.lucapoletti.com
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