L'abbiamo
incontrato al View conference di Torino 2013 e ci ha illustrato e
raccontato tutti i segreti della trilogia più amata al mondo.
Il supervisore degli effetti visivi Christopher Townsend ha studiato Graphic Design presso l'Università di Coventry. "Ho imparato molto sulla composizione e su come mettere le cose in relazione tra di loro in modo da rendere una immagine decente. Nato in Gran Bretagna, ha speso11 anni nell'Industrial Light & Magic per poi trasferirsi a Los Angeles. Tra i suoi lavori ricordiamo Congo (mi ha insegnato bene i fondamenti della computer grafica), Il mondo perduto: Jurassic Park, Intelligenza Artificiale e Le cronache di Narnia: Il Leone, la strega e l'armadio. L'incarico più difficile forse Star Wars: Episodio IV - Una nuova speranza in cui Han uccide un cacciatore di taglie. "Mi ha sorpreso che la risposta alla scena è stata così drammatica. E' stata di George Lucas l'idea di rendere il film un po' politicamente corretto.
Per
essere onesti, ci sono state volte che ho voluto che una volta che il
film era finito, lo si lasciasse com'è. Qualcosa di unico era Davey
Jones in Pirati 2,osserva Christopher Townsend che ha lavorato
su Pirati
dei Caraibi: La maledizione del forziere fantasma:
Avere
un buon occhio ed essere in grado di sapere quando intervenire e
offrire una soluzione," crede Christopher Townsend è la chiave
per il successo di effetti visivi. "E' un sacco di lavoro, cercando di fare in modo di ricevere
il meglio dalla tua squadra.Ricordo di essermi seduto in teatro
e di pensare 'So che è un effetto visivo, ma non posso dirlo.' La
più grande sfida alla ILM è stata Star
Wars trilogia
. "Sono
stato il primo Supervisor Sequence. Poi c'è stato Viaggio al
centro della terra con il quale sono diventato di riferimento
per gli effetti visivi ed il progetto è stato il primo
lungometraggio creato per l'era moderna con filmato stereroscopico ad
alta definizione con proiezione digitale.
Questo
film per me è stata una grande scuola che mi è servita per i
progetti futuri.
Il
settore del vfx è in notevole crescita ed il compositing è elemento
fondamentale per cui molta gente va a vedere i film.
Successivamente
ho lavorato a X-Men
Origins: Wolverine, Ninja
Assassin,
e Percy
Jackson e gli dei dell'Olimpo: Il ladro di fulmini, Captain
America: Il primo vendicatore.
Non
sono cresciuto leggendo fumetti americani perché sono inglese, ma
ero attratto dal mondo del vfx.
Sei
qui al view conference di Torino per mostrarci il tuo lavoro su Iron
Man 3, spiegaci come nasce questo progetto soprattutto la scena della
battaglia finale e l'attacco alla casa di Tony Stark alias Iron Man.
C.T.
La scena dell'attacco alla casa di Iron Man è stata creata dal zero
a Malibù, con un meccanismo in cui la casa poteva essere divisa in due
parti e le scene degli esterni sono state fatte in computer grafica e
sono stati aggiunti vari effetti come il fumo per far sembrare la
distruzione dell'edificio più reale possibile. Il lavoro è
durato 14 mesi e le scene girate sono state riprese quasi tutte a Los
Angeles e Venice Beach.
Per
i movimenti del Robot ed il costume di Iron Man a chi vi siete
rivolti?
C.T.
La Scanline, l'azienda che ha creato i movimenti del robot: per le tute
abbiamo voluto mantenere il riferimento ai film precedenti anche se
in questo film la tuta è molto più avanzata, può volare
autonomamente come i singoli pezzi per dare più credibilità e
rendere il tutto reale all'occhio del pubblico. La Trixter in Germania
ci ha aiutato a creare gli effetti visivi iniziali soprattutto di
come il vestito si muove.
Che
messaggio dà questo film ed Iron Man?
C.T.
In realtà Tony Stark non è un vero supereroe, è un ragazzo che si
costruisce la propria armatura da solo, non è proprio questa la
sfida ma trovare un equilibrio tra realtà e finzione.E'
comunque un messaggio positivo alla fine. Combatte sempre il male ma
non da robot ma un eroe umano. Non
è il solito superman arrivato da un altro pianeta a salvare la
terra, ma un essere umano con vizi e virtù a favore della giustizia. Quindi
un personaggio con tutte le sue debolezze e doti che deve bilanciare.
Che
ha di diverso questo sequel rispetto ai precedenti?
C.T.
In questo film vediamo Iron Man più umano, ossia lo vediamo a casa,
seduto su un divano, scendere le scale, fare un massaggio ed è stata
questa la vera sfida nell'animazione. L'altra cosa più importante è
il vestito che si attacca a Peppers Pott e Scanline si è occupata di
fare questo lavoro.
Quanti
abiti sono stati creati e con chi avete lavorato?
C.T.
In totale 41 e hanno collaborato con noi Weta Dgital e Digital
Domain.
Potete
riutilizzare il materiale usato in questo film per un eventuale
prossimo progetto?
C.T.
Sfortunatamente no. Ogni nuovo film va elaborato a sè!
Quale
difficoltà hai trovato nel tuo lavoro?
C.T.
Molti ambienti erano completamente virtuali con un complesso di
animazione notevole ed ho avuto poco tempo in post produzione:
collaborare con molte aziende è stato fondamentale. Ci sono molte
scene con VFX e ciascune di queste sono state molto impegnative come
l'attacco alla Casa Bianca e la battaglia finale dove abbiamo usato
il greenscreen e il digitale con oltre 500 inquadrature con effetti
speciali molto complessi.
Com'è
stato il rapporto con il regista?
C.T.
Ottimo!
Emanuela Del Zompo
Emanuela Del Zompo
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