Con la partecipazione di Walter Pedullà e
Leonetta Bentivoglio e le letture di Ennio Coltorti e Adriana
Ortolani, giovedì 18 ottobre alle ore 19.00 a Roma presso La Libreria
del Cinema è stato presentato Primo amore, il libro scritto da Maria Luisa Putti
con la prefazione di Giancarlo De Cataldo e pubblicato da Il mondo
digitale (pagg. 178, € 10,00). È la storia di Emma e di sua madre che
decide di non parlarle per un anno; è la storia di Emma e di Sandrino,
il suo fratellino più piccolo, di suo padre, delle sue sorelle, di una
governante contadina e manesca, dei segreti che si nascondono fra le
mura di una casa perbene, dove tutto deve sembrare perfetto. Sullo
sfondo di una Puglia visionaria, Primo amore racconta l'infanzia dal
punto di vista di Emma, e la voce adulta dell'autrice rimane appena in
sottofondo, senza mai sovrapporsi a quella della protagonista, ma
veicolando elementi che vanno oltre la sensibilità infantile. Fattitaliani ha intervistato l'autrice Maria Luisa Putti.
Il "Primo amore" del titolo non sembra il solito... che non si scorda mai: è così?
Il
primo amore di Emma è sua madre, ma anche il suo fratellino, il solo
che, senza bisogno di parole, riesce veramente a capirla. Ma il primo
amore di Emma è anche la musica, la curiosità di scoprire il mondo, il
desiderio di imparare a leggere e a scrivere.
Muoversi
fra le dinamiche di una famiglia e dei suoi diversi componenti
assumendo di volta in volta un punto di vista è stato facile? Come si è
posta di fronte ai personaggi?
In
questa storia la realtà è vista attraverso gli occhi di Emma, con le
paure, le insicurezze e i sogni, i giochi di una bimba di sette anni. E
questo si evidenzia in modo particolare soprattutto rispetto al tema
della giustizia quando Emma dice che Dio permette che a casa sua si
compiano tante ingiustizie perché i muri di quella casa sono troppo
spessi affinché lui possa vedervi attraverso: questo è un pensiero
assolutamente infantile.
Nel rapporto fra Emma e la madre
ha preso le parti di una? Ha mai avuto la tentazione di farlo o di
giudicare la madre per il suo comportamento?
In
"Primo amore" non c'è mai alcun giudizio. C'è piuttosto un senso di
pietas nei confronti della madre e di altri personaggi che a una prima
lettura possono apparire crudeli; c'è la nota di un perdono che tende al
superamento. Il personaggio di Emma è quasi titanico: la forza di
volontà di questa bambina è ciò che le permette di sopravvivere. Ma è
anche la forza della disperazione.
Nella crescita di Emma quali tappe del percorso umano in generale si possono ravvisare?
Per
rispondere a questa domanda dovrei raccontarle il finale, e questo
rovinerebbe la lettura. Posso solo dire che il percorso di Emma è una
scoperta continua e una sorpresa. Per tutti, ma soprattutto per la
bambina.
Il suo "primo amore" letterario qual è stato? Ne ha seguito lo stile oppure no?
Il
primo libro che mi ha tenuto sveglia fino a notte fonda è stato "Il
giornalino di Gian Burrasca" e subito dopo "Le avventure di Tom Sawyer" e
"Huckleberry Finn". Ero una bambina. Verso i quindici anni ho scoperto
Goethe, "Le affinità elettive", e allora ho capito veramente la forza
della scrittura. Ricordo che lo lessi in due giorni e due notti senza
staccarmi mai. Non volevo nemmeno andare a dormire. Ma Goethe è un
modello inarrivabile. Giovanni Zambito.
© Riproduzione riservata
Primo amore
Autrice Maria Luisa Putti
Prefazione di Giancarlo de Cataldo
Immagini di Antonella Cappuccio
Editore Il Mondo Digitale Editore
Prefazione di Giancarlo de Cataldo
Immagini di Antonella Cappuccio
Editore Il Mondo Digitale Editore
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