"BELLATERRA" è il nuovo spettacolo che i Quelked Cesare
presentano in anteprima assoluta il 3 gennaio al Teatro Sociale di
Canicattì (Ag). Fra musica e teatro, tra canzoni e narrato, in lingua e
anche in dialetto, fra canzone d'autore e rock, in una contaminazione
intesa come continua ricerca, il gruppo si presenta con una musica
che "unisce sempre, anche se non ci si vede, non ci si conosce" perché
"apre strade sconosciute dentro, nel cuore. Ci coinvolge in un'unica
emozione". Sono parole di Cesare Lo Leggio, fondatore e autore dei pezzi. Fattitaliani lo ha intervistato.
Più facile o più difficile negli anni cantando della nostra realtà "dare a Cesare quel che è di Cesare..."?
Il
nome Quelked Cesare è stato suggerito qualche anno fa dai ragazzi del
mio gruppo. Un simpatico gioco di parole che rispecchia la specificità
dei Quelked che è quella di eseguire brani scritti interamente da me. Se
poi vogliamo approfondire il significato della citazione è chiaro che
si intende la necessità di dare a ciascuno il suo, quel che gli spetta o
s'è guadagnato, dunque un invito alla giustizia, un richiamo ad
attribuire i meriti a chi li ha e non a coloro che se ne appropriano.
Credo sia sempre stato difficile cantare tutto questo, dal momento che
da sempre la realtà presenta ingiustizie, diseguaglianze, brutture
determinate dagli egoismi e dalle infinite ipocrisie del mondo. Un mondo
dove troppi cercano di predominare sui deboli. Riconoscere il proprio
ruolo, difendere i diritti, dare appunto a Cesare quel che è di Cesare e
a Dio quel che è di Dio, al di là dei significati teologici, può essere
un primo passo per la costruzione di una società giusta e pacifica
fondata sulla promozione dei valori comuni, quali la famiglia, la difesa
della vita, la solidarietà con i più poveri, la pace.
Il titolo "Bellaterra" di questi tempi potrebbe suonare ironico: invece, il vostro intento vira davvero al positivo... giusto?
"Bellaterra"
è quello che stiamo cercando, è la ricerca di noi stessi, è la
coscienza della bellezza della nostra terra, qualunque essa sia. Il
nostro comune obiettivo è quello di trasmettere con sincerità e passione
l'amore per la nostra terra e per il suo antico orgoglio. Bellaterra
rappresenta il sogno condiviso di una Sicilia redenta, viva, dai
contorni nitidi e reali, attraversata dal vento del cambiamento e del
riscatto, onorata da uomini e donne che con fierezza e determinazione
lottano giorno dopo giorno perché questo sogno si realizzi. In questo
senso il nostro intento è assolutamente positivo, cantare di questa
nostra terra, dolente ma superba, come luogo dove emergono forti i
sentimenti e la rabbia, la passionalità e il coraggio, le debolezze
che si trasformano in forza.
Ma
Bellaterra, metaforicamente, può rappresentare qualsiasi terra, intesa
come patria da difendere, da amare, o nella quale tornare, culla delle
nostre speranze , delle nostre aspettative, dei nostri desideri.
Ci parlate della formula delle vostre esibizioni live? in che cosa e come è cambiata nel tempo?
Quando
propongo al gruppo un pezzo nuovo lo spiego, racconto come è nato, da
quali emozioni o suggestioni è scaturito, lo faccio ascoltare con la
chitarra e la voce. Successivamente ogni componente offre il suo
contributo musicale, suggerisce arrangiamenti, variazioni, ognuno
secondo la sua sensibilità, finché il brano, costruito a poco a poco,
diventa di tutti.
Nelle nostre
esibizioni live, poi, coniughiamo musica e parola, testi cantati e
percorsi narrativi o poetici sostenuti da una voce narrante, nell'idea
di fondere elementi non solo musicali, ma anche letterari, teatrali,
sempre alla ricerca di nuovi orizzonti sonori e di un linguaggio
originale e personale.
L'accoglienza del pubblico cambia di luogo in luogo?
Ovviamente
il pubblico varia a seconda di dove ci esibiamo. Il teatro è
sicuramente la nostra dimensione migliore. Il pubblico viene per te e si
emoziona con te.
Quali canzoni inedite presenterete a Canicattì?
Ad
eccezione de "I Mille Garibaldi", brano presentato al Biella Festival
ed edito, sono tutte canzoni inedite, e sono tutte mie, tranne "La
Libertà" scritta da Raimondo Moncada, attore teatrale, scrittore e voce
narrante dei Quelked. Presentiamo, inoltre, un brano scritto su testo
poetico di Angela Mancuso, e due brani su testi di Pietro Tornambè.
Riproporremo, inoltre, pezzi tratti dall'album "Catullo in Sicilia",
carmi del celebre poeta latino tradotti in dialetto e messi in musica
con arrangiamenti inediti e sonorità accattivanti. Una novità assoluta
sarà l'esecuzione di due brani scritti recentemente e mai proposti in
pubblico: Karapiru e Buon Natale.
Direttamente o indirettamente ci sono riferimenti ad altri artisti nelle tue composizioni?
È
chiaro che le influenze ci sono. Siamo tutti frutto delle nostre
letture, delle cose che abbiamo ascoltato, ovviamente filtrate dalla
nostra coscienza e personalità.
Credo
che se De Andrè o Tenco nascessero adesso nessuno li ascolterebbe.
Viviamo in un mondo da cambiare, quasi interamente legato a logiche
commerciali affaristiche che poco hanno a che fare con l'uomo e
soprattutto con l'Arte, quella con la A maiuscola. Ho conosciuto
Buttitta, Rosa Balistreri, e ho avuto l'onore di aprire un concerto
degli Inti-illimani. Inoltre ho avuto la fortuna di crescere in un
ambiente familiare ricco di stimoli culturali. I miei fratelli erano
all'avanguardia.
Mio fratello Salvatore, che ha collaborato all'album Catullo in Sicilia,
ha una casa dove i libri la fanno da padrone e lui quasi dorme fuori.
Mio fratello Vittorio ha una stanza piena di rarissimi 33 giri di gruppi
e cantanti che hanno fatto la storia del Rock e della canzone d'autore
italiana.
Tutte queste esperienze hanno indubbiamente influenzato e formato la mia personalità artistica. Giovanni Zambito.
© Riproduzione riservata
Cesare Lo Leggio: voce e chitarra acustica
Tommaso Minacori: chitarra elettrica
Ketty Mancuso: flauto traverso
Giovanni Junior Farruggello: basso e voci
Gino Erba: batteria
Raimondo Moncada: narrazione e voce.
Tommaso Minacori: chitarra elettrica
Ketty Mancuso: flauto traverso
Giovanni Junior Farruggello: basso e voci
Gino Erba: batteria
Raimondo Moncada: narrazione e voce.
Con la preziosa collaborazione di Angela Mancuso e Pietro Tornambè
INFO E PRENOTAZIONI
Campobello di Licata:
Ciotta Moda & sport, Corso Vittorio Em. 109, Campobello di Licata. 0922 877665
Tre Torri Eventi: 333 3183598
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Canicattì
Music Shop di Salvo Caruso, Via R. Elena 21, Canicattì. 0922 855339, 338 3545026.
Musiclab, Via Togliatti 81, Canicattì. 0922 1871030.
Studio 81, Via Carlo Alberto 81, Canicattì. 0922 856192.
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Studio 81, Via Carlo Alberto 81, Canicattì. 0922 856192.
Licata
Prof. Angela Mancuso 334 1408939.
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Ravanusa
Tommaso Minacorii 329 9647537.
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Oppure contattando direttamente
Colorful Show 320 6017326.
Quelked Cesare 333 8080240
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Quelked Cesare 333 8080240
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