Il brano “L’Astronauta” traduce in suono la
missione del gruppo di spaziare tra generi e atmosfere differenti,
rompendo gli stereotipi associati ai generi dell’hip hop e del rock. Il
singolo rappresenta la metafora di un paese che offre attualmente poche
aspettative per il futuro, senza però eliminare la speranza di un
cambiamento. È la storia di un bambino che desidera diventare un
astronauta, per poter così raggiungere un altro pianeta e realizzare i
propri sogni.
«Volevamo un brano che raccontasse il difficile momento che il nostro paese sta vivendo, evitando però di essere troppo schietti - raccontano i 60 Frame - Il
rap è un genere caratterizzato da testi molto diretti, con una base
musicale che spesso risulta uguale dall'inizio alla fine. Per esaltare
quindi il nostro ibridismo, abbiamo deciso di fare l'esatto contrario:
creare una storia e raccontarla su un arrangiamento in continua
evoluzione, con un sound quasi dark e molto elettronico, che dà respiro
per un attimo soltanto quando arriva il ritornello».
Fattitaliani li ha intervistati.
Siete
insieme da tre anni e state raccogliendo a poco a poco risultati
lusinghieri. Riuscite a gustare ogni tappa raggiunta?
Beh
diciamo che è la verità. In pochissimo tempo ci siamo affacciati
bene nel panorama discografico italiano e tutto quello che stiamo
facendo sta portando dei risultati molto importanti e molto
appaganti. È difficile godersi ogni momento bello che passa di qua
perché di impegni ne abbiamo davvero molti e finita una cosa ne
salta fuori un’altra. Noi però cerchiamo di soffermarci il più a
lungo possibile su ogni risultato, positivo o negativo che sia, serve
sempre per imparare, per riflettere e per cercare di crescere ogni
giorno un pochino di più.
Che
cosa rappresenta per voi il rap?
La musica in generale è vista da noi come un foglio bianco su cui
scrivere tutto quello che ci passa per la mente. Il rap, come ogni
altro genere musicale, è comunque modellabile a propria immagine e a
proprio gusto. Ogni genere lo puoi fare tuo a proprio modo e noi
abbiamo scelto il rap come modello per dire tante cose e
l’elettronica per contornare quello che vogliamo raccontare. Non
c’è limite a ciò che si vuol proporre se credi in ciò che fai,
basta metterlo in pratica.
Nel tempo credete sia cambiato nelle
sue finalità?
Il rap non è cambiato nelle sue finalità
ma forse si sta adattando all’attuale periodo storico.
L'astronauta
tornerà indietro prima o poi?
Nel bene o nel male non si torna mai indietro. Bisogna sempre
guardare avanti anche se la strada è tortuosa e piena di insidie.
Puoi ispirarti al passato per guardare al futuro ma se si torna
indietro come potremmo piantare dei nuovi semi? L’astronauta sta
cercando un punto di atterraggio a proprio favore e una volta trovato
non crediamo che torni sui suoi passi.
Il
nome 60 Frame come nasce?
Immaginate un oggetto in movimento e in un secondo il tuo occhio
scatta 60 foto, ovvero 60 fotogrammi al secondo. Riguardando le foto
in sequenza molto velocemente vedrai l’oggetto muoversi
fluidamente. Ecco; noi cerchiamo di fotografare la realtà in tanti
piccoli dettagli e riportarli nella musica con delle storie fluide ma
descritte nel miglior modo possibile. Questi sono i 60 frame. Giovanni Zambito.
I
60 Frame si sono formati nel 2010 a Comunanza (AP), uniti dalla voglia
di ricreare uno stile musicale alternativo. Composti da Giorgio Strada,
Daniele Pacazocchi e Lorenzo Giustozzi, partecipano prima al programma
televisivo “Music on the road” in onda su Match Music
(canale 716 di Sky), e nel 2012 sono tra i sessanta semifinalisti per
Sanremo Giovani. Durante tutta la durata del contest, il loro brano “Lontani per sempre” rimane al quarto posto nella classifica di visualizzazioni sul sito Rai.
Nell’estate 2013 partecipano al Festival di Castrocaro con una cover del brano ”Svalutation” di Adriano Celentano e con il loro brano “Lontani per sempre”, arrivando al terzo posto della competition e aggiudicandosi il secondo posto nella classifica delle votazioni via web.
Attualmente sono impegnati nel concorso di Area Sanremo,
dedicato ai giovani tra i 16 e i 36 anni che desiderano partecipare
alla prossima edizione del Festival di Sanremo, con un brano che vanta
la collaborazione di Riccardo (Ricky) Rinaldi e Pape Gurioli.
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