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domenica 25 luglio 2010

INTERVISTA A JAMES FOX, AMBASCIATORE DEL CANADA: "GRANDE IL CONTRIBUTO DELLA COMUNITA' ITALIANA"

Fattitaliani era presente mercoledì 14 luglio alla conferenza tenutasi presso l'Ambasciata di Haiti dove si è fatto il punto della situazione sull'emergenza terremoto alla presenza di istituzioni e personalità diplomatiche: tra queste c'era anche l'Ambasciatore del Canada in Italia James Fox (leggi la biografia) che abbiamo poi intervistato.

Mr. Fox, sull'emergenza Haiti Lei ha sottolineato la continua solidarietà del Canada con il popolo haitiano: in quali azioni concrete avviene tutto ciò e in che tempi?
Il Canada è il paese che ha donato più fondi pro capite a Haiti. Ancora prima del sisma, il Canada contribuiva con 2 milioni di dollari a settimana in aiuti allo sviluppo a lungo termine per Haiti. In risposta alla crisi, abbiamo finora destinato più di 150 milioni di dollari per aiuti umanitari e la ricostruzione iniziale ed abbiamo stanziato altri 400 milioni, da versare nell'arco dei prossimi due anni, oltre ai 555 milioni già previsti per il periodo 2006-2011. 60 milioni di dollari sono andati alle organizzazioni ONU per servizi essenziali e di questi 39 milioni sono stati spesi per la sicurezza alimentare a Haiti. Privati cittadini canadesi hanno aperto cuore e portafoglio contribuendo con 220 milioni di dollari per lo sforzo umanitario durante il primo mese....ed il nostro governo ha corrisposto ognuna di queste donazioni private, dollaro per dollaro.
E per il debito di Haiti?
Il Canada si sta anche prodigando per coordinare la cancellazione del debito di Haiti ed è stato il primo paese a cancellare il debito haitiano nei propri confronti. Durante il vertice G8 in Canada lo scorso mese, il nostro Primo Ministro Stephen Harper ha annunciato che il Canada avrebbe anche pagato la propria quota del debito di Haiti nei confronti della Banca dello Sviluppo Inter-Americano e del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) che ha sede a Roma. Il Canada si è anche posto alla guida del consenso in ambito G20 per cancellare gli oltre 825 milioni di dollari americani che Haiti doveva ad istituti finanziari internazionali.
Si è pensato anche a una forma di aiuto "a lungo termine"?
Con i nostri vari programmi ufficiali di aiuti allo sviluppo stiamo anche lavorando per ridurre la povertà, creare nuovi posti di lavoro, migliorare i servizi sanitari e l'istruzione ed aiutare a sviluppare un sistema d'infrastrutture di base (quali strade e rete elettrica) a  Haiti. Per quanto riguarda la governance, il Canada appoggia l'attuazione di un sistema politico efficace e responsabile, il rafforzamento del potere esecutivo e legislativo, della pubblica amministrazione e della società civile e sta lavorando a favore di un consolidamento delle strutture elettorali haitiane. Abbiamo anche introdotto borse di studio Canada-Haiti per aiutare gli studenti haitiani a riprendere gli studi e per cercare di rivitalizzare l'istruzione a Haiti.
Siete intervenuti anche su altri fronti sociali?
Il Governo del Canada ha altresì contribuito 4,4 milioni di dollari all'OIM (Organizzazione Internazionale per la Migrazione) per costruire la struttura penitenziaria Croix-des-Bouquets, versato 2,5 milioni di dollari a "Avvocati senza frontiere Canada" per migliorare l'accesso alla giustizia haitiana e sta aiutando a migliorare la sicurezza con l'invio di funzionari di polizia, personale militare ed esperti in giustizia penitenziaria presso la Missione di Stabilizzazione dell'ONU ad Haiti. Stiamo svolgendo un ruolo cruciale nella riforma delle forze dell'ordine e del sistema penitenziario, riducendo la violenza nelle comunità e migliorando la gestione delle frontiere. Infine, il Governo del Canada sta aiutando la riunificazione delle famiglie haitiane-canadesi colpite dal sisma, completando l'espletamento di oltre il 90% delle domande d'immigrazione che erano state presentate antecedentemente al disastro, e sta tuttora espletando, con procedura accelerata, le pratiche aperte in seguito.
Perché secondo Lei degli aiuti promessi è giunto solamente il 2% come sostenuto dall'Ambasciatrice di Haiti?
Non sarebbe corretto che io commentassi le azioni di altre nazioni, ma guardiamo con favore gli sforzi a lungo termine per il coordinamento internazionale degli aiuti internazionali - sia per quanto riguarda la cancellazione del debito, che lo sviluppo delle infrastrutture. Come ho menzionato durante la conferenza stampa che si è tenuta la settimana scorsa presso l'Ambasciata di Haiti, il Canada è stato il primo paese a versare tutti i pagamenti per cancellare il debito di Haiti nei confronti degli istituti finanziari internazionali. Abbiamo pienamente rispettato l'impegno internazionale verso il popolo di Haiti ed esortiamo gli altri a seguire il nostro esempio. Inoltre, affinché le iniziative per il recupero di Haiti si possano concentrare sul piano d'azione per la ricostruzione, piuttosto che sugli obblighi derivanti da debiti antecedenti, i ministri della finanza dei G20 hanno concordato lo scorso aprile di sostenere la totale cancellazione dei debiti di Haiti nei confronti di tutti gli istituti finanziari internazionali e di condividere l'onere dei costi inerenti, laddove necessario.
Crede che il mondo di oggi rispetto ad alcuni anni fa sia più pronto e sensibile a sostenere tali disgrazie? C'è la cultura nei diversi Stati della necessità di una reciprocità di aiuto e di prevenire certi avvenimenti?
Anche in questo caso, posso solo parlare a nome del Canada. L'impegno del Canada nei confronti di Haiti, nonché il ruolo chiave che svolgiamo in quel paese, hanno radici nella nostra storia condivisa, le nostre origini francesi e nella vibrante comunità haitiana in Canada che ha trovato asilo a Montreal durante gli anni di repressione della dittatura Duvalier. Il nostro impegno a Haiti è un esempio perfetto dell'efficacia della nostra strategia ed è prova dei sani principi sui quali essa si basa. Sono lieto anche di informarvi che il Canada ha lavorato con i propri partner dell'Emisfero occidentale  e certamente con il governo degli Stati Uniti per fornire aiuti e coordinare tutti gli sforzi, ma anche con il Brasile per quanto riguarda le vaccinazioni e le iniziative per ridurre la violenza urbana a Haiti. Insieme all'Argentina, abbiamo sostenuto la sicurezza alimentare. Abbiamo anche intessuto un dialogo con il Cile sulla riforma della polizia.
Lei è ambasciatore in Italia da settembre: ci può fare un bilancio di questi mesi di attività?
Il tempo che ho trascorso in Italia come ambasciatore è stato fra i più intensi e gratificanti di tutta la mia carriera. Abbiamo portato avanti attività ed iniziative su vari fronti - non solo rafforzando le già solide e molteplici relazioni bilaterali e per promuovere il Canada in quanto partner d'affari affidabile ed eccellente, ma anche lavorando con il Governo italiano per promuovere i nostri valori condivisi ed i nostri comuni interessi di pace e sicurezza sul piano mondiale. Negli ultimi mesi, abbiamo organizzato eventi di particolare interesse sia per i legislatori italiani che per il pubblico italiano in genere, ad esempio conferenze sull'importanza della regione artica, sull'opportunità di lavorare insieme nell'ambito degli aiuti umanitari e per combattere il crescente flagello della tratta degli esseri umani. Come sapete, il 2010 è un anno internazionale per il Canada, un privilegio ed una responsabilità che ci tiene molto occupati, per esempio l'organizzazione degli eventi legati alle Olimpiadi invernali e ai Giochi Paralimpici di Vancouver 2010, nonché dei vertici G8 e G20 che si sono recentemente conclusi con grande successo. Siamo stati anche molto attivi sul fronte culturale sostenendo le grandi delegazioni canadesi che hanno partecipato all'annuale Fiera del Libro per Ragazzi, svoltasi lo scorso marzo a Bologna, e al Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia a maggio/giugno. E questo è solo un'assaggio di quel che succederà nei prossimi mesi: quindi non cambiate canale!
Che cosa Le piace maggiormente di Roma e del suo "modo di vivere"?
Roma è certamente stata all'altezza di tutte le mie aspettative. Mia moglie ed io siamo rimasti colpiti dalla raffinatezza e bellezza sia della città che del Paese di cui è capitale. Abbiamo avuto la fortuna di conoscere e lavorare con molti italiani di grande talento che provengono da vari settori: nel governo, nelle arti, nel mondo degli affari o nella società civile. Abbiamo apprezzato il dinamismo della comunità internazionale di Roma ed abbiamo fatto nuove amicizie che ci hanno aiutati a scoprire gli immensi tesori artistici, architettonici e culinari del vostro paese.
Lei proviene dall'Ontario dove risiede una grande comunità di canadesi di origini italiane: si sono ben integrate nel territorio le nuove generazioni?
Il Canada è molto orgoglioso e fortunato di essere la patria di una delle comunità italiane più importanti del mondo. Ci sono circa 1,4 milioni di canadesi di origine italiana e quasi mezzo milione di essi vivono nella zona di Toronto, la metropoli più grande del Canada. La comunità italiana è una delle comunità meglio integrate, operose ed imprenditoriali fra le varie comunità culturali canadesi. Gli italo-canadesi hanno contribuito e continuano a contribuire fattivamente alla prosperità ed alla ricchezza culturale del Canada; hanno altresì fatto pienamente tesoro della meravigliosa esperienza (purtroppo anche rara in un mondo così pieno di problemi) di vivere in una società aperta, tollerante e diversificata. Gli italo-canadesi sono fra la gente più ospitale e generosa del mondo. Dopo il terribile sisma de L'Aquila nell'aprile 2009, per esempio, hanno risposto aprendo i loro cuori e i loro portafogli e dando un significativo contribuito finanziario per il recupero e la ricostruzione della città. Giovanni Zambito.

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