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lunedì 28 luglio 2014

Arte, Fattitaliani intervista lo scultore Mikayel Ohanjanyan: l'equilibrio è un perfetto rapporto tra due o più contrasti

2° PREMIO FONDAZIONE HENRAUX PER LA SCULTURA IN MARMO, VINCE MIKAYEL OHANJANYAN. l'intervista di fattitaliani.

Il mio attuale lavoro - rivela a Fattitaliani Mikayel Ohanjanyan - fondamentalmente si concentra sulla ricerca della forma e dello spazio in relazione alla persona e le sue percezioni fisiche e psicologiche. Grazie al nesso continuo tra i contrasti, cerco di creare delle dimensioni scultoree tali da portare il visitatore ad una riflessione che coinvolge la sfera personale e sociale attraverso un’ottica spaziale. L’opera del Premio, invece, nasce dal desiderio di scolpire lo spazio ”vuoto” di una mia precedente opera, “Prospettiva Introversa # 7”. 
Materialità dell’invisibile
S'intitola "Materialità dell’invisibile"...
E’ un tentativo di materializzare l’invisibile, cercando di evidenziarne alcuni aspetti concettuali ed estetici. Ha diverse letture: mentre da un lato raffigura lo spazio vuoto come forma e la materia, dall’altro, contemporaneamente mette sotto l’interrogativo la materia stessa, compressa dei cavi d’acciaio, che creano delle nuove prospettive tra la confine della materia e il cubo vuoto nel centro della scultura. Oltre il primo impatto visivo con il marmo e i cavi d’acciaio, che direttamente ci riportano a pensare alla secolare attività del luogo, l’opera, attraverso il contrasto tra il blocco di marmo e la sua “fragilità”, tra la staticità e la dinamicità, visibile - invisibile, metaforicamente rappresenta l’uomo. 
Senza-Titolo,-2012_Foto-Oliviero-Santini
Conosceva la Fondazione e il Premio?
Conoscevo già La Fondazione Henraux, sapevo anche del Premio. Tanto è vero, che allora avevo chiesto alla Direzione della Fondazione se era possibile partecipare al concorso, ma a differenza dell’edizione di quest’anno, la prima edizione a causa del poco tempo a disposizione era stata fatta solo su invito. È un progetto molto ambizioso, che a mio avviso il Presidente della Fondazione e dell’azienda Henraux, Paolo Carli, riesce a portar avanti con grande professionalità e attenzione. La vittoria invece, è stata una bellissima sorpresa! Sin dall’inizio mi ero concentrato molto sulla realizzazione dell’opera. Ero rientrato con qualche giorno in ritardo a causa del mio viaggio a Istanbul per un progetto di Goethe Institut. Una grande soddisfazione sia sul piano personale, che professionale. Organizzato tutto molto bene.
Prospettiva Introversa #10, 2012_Foto Spazio Blue

Prospettive,-2011_Foto-Andrea-Messana

Senza Titolo, 2012_Foto Mikayel Ohanjanyan

Senza-titolo,-2012_Foto-Mikayel-Ohanjanyan

Il suo rapporto con la scultura e in particolare con il marmo com'è nato, com'è cambiato ed evoluto nel tempo?
Il mio rapporto con la scultura nasce, quando avevo circa 10 anni, anche se a casa mia nessuno fa l'artista. Non saprei rispondere perché. Probabilmente nasce dal paesaggio dell’Armenia, dove sono nato e cresciuto. Un paesaggio di forte impatto, ricco di una poesia spaziale. A quell’età ho iniziato a frequentare la scuola d’arte, poi di seguito il liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti di Yerevan. Già durante questi anni ho avuto le mie prime esperienze di lavorare su vari materiali, come: legno, bronzo, diversi tipi di pietre, e anche il marmo. Le prime esperienze di lavoro su questi materiali erano indubbiamente legate al mio percorso di studio, fondamentalmente figurativo basato sull’arte classica. Poi piano piano iniziano a cambiare in rapporto della mia ricerca sulla forma, lo spazio e l’uomo.
Progetto Urbano 2010_Foto Andrea Messana
Progetto Urbano 2010_Foto KEVO
Prospettiva Introversa #3, 2011_Foto Andrea Messana
Prospettiva Introversa #4, 2011_Foto Andrea Messana
La sua arte è molto ricca di contrasti... rispecchia la sua vita, il suo modo di concepire le cose?
Ha notato bene, il mio lavoro è ricco dei contrasti. Lo era anche negli anni di studi. Credo che in ogni cosa esistono dei punti nevralgici e zone tranquille. A me piacciono quelli ricchi di tensione, perché per me rappresentano dei luoghi sottili, carichi di tanta energia e contenuto. Direi che questo contrasto nasce semplicemente dall’osservazione delle cose, della natura, la nostra società stessa. Poi, in fondo l’equilibrio stesso non è altro che un perfetto rapporto tra due o più contrasti.

La sua personale vicenda italiana è iniziata nel 2000: è stata facile o difficile?
La mia personale vicenda con l’Italia inizia ancora dal 1998, quando prima volta sono venuto per partecipare alla XIII Biennale Internazionale di Ravenna di Scultura di piccolo formato. Pur essendo il più giovane partecipante nella storia della Biennale, la mia opera ebbe il 3° Premio. In quell’occasione visitai Firenze, Venezia e Roma. Nel 2000 decisi di iscrivermi all’Accademia di Belle Arti di Firenze (mi sono laureato nel 2005), dove tuttora vivo e lavoro. Descriverei più con la parola “positiva”, invece “facile” o “difficile”! Le difficoltà ci sono sempre, e per tutti. Mi ritengo fortunato di aver incontrato e conosciuto delle persone straordinarie, di grande semplicità e disponibilità.

Prospettiva-Introversa-#12_Foto-Oliviero-Santini
Prospettiva Introversa #5, 2011_Foto Domenico Nicolo

Prospettiva Introversa #7, 2012_Foto Oliviero Santini

Quale scelta ha inciso più fortemente delle altre nella sua professione?
Il desiderio di andare oltre e la determinazione di non mollare mai.
Quando finisce un'opera si mette dalla parte di chi la guarderà?
Indubbiamente sì! Anche perché, credo che una volta compiuta, l’opera non appartiene più a me. Diventa una specie di punto nevralgico, che entra in comunicazione con lo spazio e ogni singolo fruitore, compreso me. Giovanni Zambito.

© Riproduzione riservata

Limen #1, 2009_Foto Andrea Messana

Limen #1, 2009_Foto Debora Ferrari

Limen #2, 2010_Foto Andrea Messana

Limen #2, 2010_Foto Andrea Messana 2





domenica 27 luglio 2014

Libri, Fattitaliani intervista Domenico Beccaria autore di “Come nuvole nel vento. Il Grande Torino di Julius Schubert”: che cosa significa oggi essere granata


Come nuvole nel vento. Il Grande Torino di Julius Schubert” di Domenico Beccaria, Editrice il Punto Piemonte in Bancarella è un romanzo che narra la vicenda umana, sentimentale e sportiva di Julius Schubert mezzala ungherese, ultimo giocatore arrivato al Grande Torino, la squadra che aveva sempre ammirato e desiderato. I proventi derivanti dai diritti d’autore sarà devoluta al Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata*. L'autore lo ha dedicato: “A tutti gli uomini, prima ancora che calciatori, che hanno indossato con umiltà ed orgoglio la maglia granata, onorandola fino all’ultima goccia del loro sudore e del loro sangue”. E del libro dice: “Questo non è il millesimo libro che racconta la storia del Torino o qualche inedito o recondito particolare di essa. È semplicemente un romanzo, ispirato alla vicenda umana di un giocatore che, a mio modo di vedere, meglio di chiunque altro, nella ultra centenaria storia granata, incarna la figura del Milite Ignoto”. Sottolineando che: “Lo scopo di questo romanzo è, passatemi il sacrilego accostamento virgiliano, “Arma virumque cano” cantare gli eroi e le loro armi. Un’ode, che esce dal cuore, al Grande Torino, allo spirito del granatismo e nulla più, anche se dovrebbe bastare e avanzare...”. Fattitaliani lo ha intervistato.

sabato 26 luglio 2014

"Vivi la tua fiaba" ad Altidona. Fattitaliani intervista il sindaco Enrico Lanciotti: tanta voglia di stare insieme e attenzione verso i più deboli

  1. Giunta alla quarta edizione, la manifestazione "Vivi la tua fiaba" il 28 e 29 luglio 2014 ospiterà centocinquanta personaggi di fantasia grazie a genitori e bambini che insieme si mettono in gioco, nel paese di Altidona che per l'occasione assume l'aspetto di un castello incantato, per vestire i panni degli eroi delle fiabe che da sempre fanno sognare non solo i piccini. Sono circa 20 le fiabe che vengono rappresentate nel centro storico: accade dunque per magia che Biancaneve si commuove vedendo danzare la Bella e la Bestia, che Capitan Uncino scherza con Pippi calzelunghe, gioca con la polvere magica di Trilly e davanti alla zucca trasformata in carrozza di Cenerentola spera che ogni sogno possa diventare realtà. Altidona… vivi la tua fiaba” è organizzata dall'Associazione "Il Grillo Parlante" con la collaborazione dell’Ospedale Pediatrico Salesi di Ancona, per donare un sorriso ai bambini che sono nel posto che meno gli appartiene: un letto di Ospedale. Grazie ai fondi che vengono raccolti direttamente, durante la manifestazione, da rappresentanti dell’Ospedale Salesi negli anni sono stati finanziati numerosi progetti tra i quali: l’acquisto di un defibrillatore per il reparto di Neonatologia e uno per il reparto di Oncologia Pediatrica. Fattitaliani ha intervistato Enrico Lanciotti, sindaco della cittadina marchigiana.

martedì 22 luglio 2014

Posso fare il varietà, dopo The Voice il 1° singolo di Emanuele Lucas. L'intervista di Fattitaliani: nella musica il mio mondo

Il 21 luglio è uscito su iTunes il brano Posso fare il varietà di Emanuele Lucas dal sapore “retró”, colore fresco, moderno, e innovativo. Una fusione tra le atmosfere e i suoni del varietà televisivo e le sonorità Pop-Dance contemporanee. Una swing-dance che l'artista dedica a Raffaella Carrà, come icona di un modo specifico di intendere la televisione e il talento.

Inizia così un nuovo percorso artistico per il cantautore salentino, conosciuto nel team Carrà della prima edizione di “The Voice of Italy”, ma nato come interprete e performer. Da sempre diviso tra teatro, TV e Live-show al fianco di grandi nomi - tra cui Battiato (“Ottocento”), Pippo Baudo (“Novecento” su Rai3), Maurizio Costanzo (“Mille lire al mese”) e Corrado Tedeschi (“Le Relazioni Pericolose”) – finalmente ci conduce in un mondo che lui stesso ha scritto, aspettando l’uscita – in autunno – del prossimo singolo. Da qui inizia l'intervista di Fattitaliani.
Il singolo previsto per l'autunno in che cosa somiglierà a “Posso fare il varietà” ? Il singolo che uscirà in autunno sarà ben diverso da “Posso fare il Varietà”. Sarà moderno, Pop-Rock, gli arrangiamenti saranno più internazionali, suoni ricercati per il mio sound ma anche tanto spazio agli strumenti classici, come i violini, rigorosamente veri, ad esempio, i fiati di “Posso fare il varietà” non sono campionati… Devo dire che ho la fortuna di collaborare con Michele D’Elia il mio direttore artistico che è l’arrangiatore di tutti i miei brani e nonostante la differenza di stile che potrà esserci col prossimo singolo si percepirà lo stile nel suo modo di arrangiare e di creare il mio “sound”. Il titolo e lo spirito del brano in che misura e termini ha a che vedere con la tua esperienza a “The Voice”? Avevo bisogno di “uscire”, a distanza di un anno dalla mia partecipazione a The Voice (anno nel quale ho lavorato veramente tanto al mio progetto, attraverso una ricerca continua e anche difficile), con un brano che poteva fungere da collante tra il The Voice e il mio progetto, e volevo farlo in modo ironico, fresco, nostalgico, televisivo e ho scritto questo pezzo dopo aver incontrato Raffaella in relax, davanti ad un caffè… Pure tu “fissato” con la Carrà...? (ride, ndr) Io non sono fissato con la Carrà, semplicemente ho potuto conoscerla da vicino, lavorarci ed è stato molto formativo sia a livello umano che professionale… mi ha dato tantissimo coraggio e forza… e credimi che per noi giovani, in questo momento, ce ne vuole veramente tanta… Lo spettacolo di “The Voice” è stato piacevole; però, come già avvenuto lo scorso anno, la vincitrice è snobbata dalle classifiche. Non credi che vada cambiato qualcosa? Credo che The voice sia un programma di alto livello ma secondo me ci sono troppi talenti nella stessa edizione! La gente non riesce ad affezionarsi agli ai cantanti, ma il Format è così e ci sono degli obblighi, non credo che The Voice si possa modificare. Credo però che indipendentemente da quello che possa darti un talent, bisogna lavorare su se stessi e pure tanto ed è quello che sto provando a fare.
Come showman sai benissimo che sarà difficile destreggiarsi fra diversi generi e modi di fare spettacolo... in che maniera ti orienterai nelle scelte che farai? Pronto anche a dire “no”? Per ora non ci penso, nel senso che il mio obiettivo è fare musica, proporre il mio mondo. I miei pezzi parlano della mia vita, delle mie sensazioni, cerco di farlo in modo onesto e non voglio precludermi un tipo di carriera piuttosto che un altro, valuterò le proposte che mi arriveranno, anche in modo istintivo, sempre se mi arriveranno, anche perché, quello ho raggiunto finora l’ho raggiunto con tanto lavoro e sacrifici… della serie:” Non mi ha mai regalato niente nessuno”, a me piace lo spettacolo, a tutto tondo e se dovessi immaginare un mio concerto non lo immaginerei solo con una Band ed un microfono, ma dinamico, “poliartistico”, ben strutturato… Farei dei concerti-spettacolo. Giovanni Zambito.

lunedì 21 luglio 2014

Teatro Greco di Siracusa, Aida record per l'allestimento di Enrico Castiglione



Aida batte Aida. Enrico Castiglione batte Enrico Castiglione. Dopo il sold out e il successo trionfale della prima, un’accoglienza se possibile ancor più eclatante ha premiato la seconda rappresentazione del nuovo allestimento firmato dal grande regista e scenografo di origini siciliane. A lui si deve uno spettacolo di altissima qualità che ha portato alle stelle l’entusiasmo degli spettatori accorsi al Teatro Greco di Siracusa, decretando nuovamente il tutto esaurito per la bellissima produzione realizzata dal Festival Euro Mediterraneo. Come alla prima, un’interminabile ovazione finale di venti minuti ha salutato la compagnia, l’orchestra, il coro, lo staff, riuniti sul palcoscenico millenario del colle Temenite: oltre 250 persone guidate con mano sicura e grande determinazione dal maestro Castiglione, metteur en scene di fama internazionale, che ama le sfide più difficili e soprattutto vincerle.

mercoledì 16 luglio 2014

Roma Fringe Festival 2014, a Silvio Barbiero il Premio Miglior Attore. L'intervista di Fattitaliani: "io e il mio personaggio, un'ineluttabile attrazione fisica"

É stato assegnato a Silvio Barbiero il Premio Miglior Attore del Roma Fringe Festival 2014. L'attore, padovano di adozione, è stato premiato da Luciano Melchionna per la sua magistrale interpretazione di Groppi d'amore nella scuraglia, testo di Tiziano ScarpaGià nel 2011 Silvio Barbiero, con lo stesso testo, è arrivato in finale al Premio Off promosso dallo Stabile del Veneto. Un testo, dunque, che sta dando tante soddisfazioni alla Compagnia Carichi Sospesi di Padova. È questa la produzione che ha investito nella bellezza di questo spettacolo che continua a riscuotere successo in diversi teatri d'Italia. 

martedì 15 luglio 2014

Sessantotto Village di Roma, dal 19 al 26 luglio la mostra di Cristiana Di Meo. La gallery


Ad allietare le serate del Sessantotto Village, dalla recente apertura in Via Nomentana angolo viale Kant, ecco che da Sabato 19 aprirà la mostra all’aperto dell’artista Cristiana di Meo. Fino al 26 di Luglio dalle 19 alle 2.00 sarà possibile visitare gratuitamente lo spazio.
Classe 1982, Cristiana di Meo, trova la sua sintesi espressiva nella pittura e più in particolare nell’acrilico su tela.
Una vera propria esplosione di colori, nei suoi quadri, in cui figure correlate in un caos ordinato cercano di definire concetti e realtà del panorama contemporaneo. Artista poliedrica, in continua fase di sperimentazione per ciò che riguarda generi e materiali, passa dalla tela al restyling di materiali e oggetti di uso comune. Tra le sue opere più creative ecco le teste di polistirolo in stile glam.
“La condizione dell’uomo moderno, connesso ma solo. L’amore e la paura che ne consegue. Le disparità e le disuguaglianze tra generi, i diritti delle minoranze, il sesso e l’identità sessuale. Insomma, tutto ciò che mi colpisce, che vivo sulla mia pelle o che vivo attraverso i racconti degli altri.” Questi i concetti cardine che ispirano i quadri della giovane artista.



Tra le mostre ricordiamo “ Io vs me” presso  Ristorart, “I am” presso galleria Rosso Cinabro del Marzo 2010 e “Cibo, arte, djset in terrazza” presso Osteria degli Artisti, solo per citarne alcune.

Sessantotto Village

Via Nomentana incrocio viale Kant, Roma



E-book: «A Testa in giù», 12 racconti di Raffaella Formillo. L'intervista di Fattitaliani: "Guardare indietro aiuta ad andare avanti"

Dopo l’esordio con Tè alla Fragola, Raffaella Formillo, psicoterapeuta scrittrice, invita a guardare il mondo «A Testa in giù» attraverso una raccolta di dodici racconti brevi tenuti insieme da uno stratagemma  letterario e pubblicati in formato e-book dalla casa editrice indipendente VandA. Due bambini, una donna abbandonata, un internato, un ladro, un bombolaio e un tassista, sono alcuni dei personaggi di queste storie sbagliate, cattive, ingenue, folli e romantiche. 

lunedì 14 luglio 2014

Musica, i DQuadro rifanno "O Mama Mama" con un rap latino e la partecipazione di Fer Orea. L'intervista di Fattitaliani

Dopo il successo ottenuto in Spagna con il singolo "Locura" arriva anche in Italia “O Mama Mama” il nuovo singolo dei Dquadro featuring DJ Fer Orea disponibile in tutti i digital store (video). Dopo il risultato ottenuto nel 2013 in Spagna, con il singolo "Locura", in collaborazione con il Dj Fer Orea, i Dquadro decidono di bissare, con un nuovo brano caratterizzato da sonorità internazionali con una forte influenza latina. 

Forte dei Marmi, il 31 luglio al Minerva Beach sbarca Bob Sinclair. Fattitaliani intervista Nicole Cesareo, organizzatrice dell'evento

Una serata fuori dagli schemi incendierà l'ultima notte di luglio della riviera versiliese: un party esclusivo presso il Minerva Beach di Forte dei Marmi, alla presenza di vip e grandi nomi del jet set internazionale. Alle 21 apericena con Sissa, da dieci anni riferimento nella scena italiana e internazionale. Polistrumentista eclettico, si è conquistato uno spazio di rilievo collaborando - tra gli altri - con artisti del calibro di Lenny Kravitz, Serebro, Gloria Gaynor e David Guetta.

domenica 13 luglio 2014

Altidona, 2° Festival del Corto "Ciak sul Fermano": premi e vincitori. Fattitaliani intervista Mario Orfini

Ascolta l'intervista di Fattitaliani a Mario Orfini. Altidona, amena località delle Marche in provincia di Fermo, stasera ha proclamato i vincitori della seconda edizione del Festival del Corto "Ciak sul Fermano": in gara sei cortometraggi che hanno affrontato tematiche disparate e tutte attualissime mettendo in luce le capacità di autori, registi e maestranze che sicuramente nel tempo troveranno altre occasioni per dimostrare tutto il loro talento. Organizzata dall'associazione "Il Grillo Parlante" e con la direzione artistica di Cristiana Badiali, la manifestazione ha visto gareggiare i seguenti titoli: “Ragazze o ortaggi” di Antonio Padovani, “Desire” di Paola Marino, “Primavera” di Alba Torregrossa, “You born” di Michele Salvezza, “Manuale” di Alberto Felicetti e “Buon San Valentino” di Cristiano Anania.
Per la giuria popolare composta di 25 persone il miglior cortometraggio è “Buon San Valentino” di Cristiano Anania, mentre gli altri premi decretati dalla giuria di competenza presieduta dal regista e produttore Mario Orfini, sono stati così assegnati (fra parentesi la motivazione):
Miglior cortometraggio: Manuale di Alberto Felicetti (L'intensità dello sguardo unico che mette in rilievo tutto ciò che conta nel processo creativo è la forza dell'immagine)

Armando Pizzuti protagonista di "Manuale"

Miglior regia: Antonio Padovani per Ragazze e ortaggi (Per l'ambiguità che guida come un motore fuori di giri una vicenda intricata che lascia alla fine un dolce amaro in bocca)
Miglior fotografia: Marco Flammini per Primavera di Alba Torregrossa (Perché quando il colore è un filo conduttore della storia che si racconta, il filmato mostra la sua integrità anche al di là di piccoli errori)
La regista di "Primavera"Alba Torregrossa e Marco Flammini, direttore della fotografia

Miglior attrice: Marcella Braga per Youborn di Michele Salvezza (La fissità del volto di un'attrice sicura di sé e di ciò che deve rappresentare non lasciando dubbi sul ventaglio di ruoli che l'attrice può rappresentare)
Marcella Braga protagonista di "YouBorn"

Miglior attore: Alessandro Borghi per Buon San Valentino di Cristiano Anania (Sul volto dell'attore passano minuti come ore, per giungere a un atto estremo che trapela dallo sguardo del protagonista, lasciando fino all'ultimo una sopresa certamente non felice)
Cristiano Anania, regista di "Buon San Valentino"

Premio speciale della giuria per la complessità dell'opera: Desire di Paola Marino 

Fuori concorso sono stati anche proiettati “Attimi di fuga” di Umberto Innocenzi e il lungometraggio “Black stars” di Francesco Castellani nonché il documentario "Giulietta e Federico" di Mario Orfini.
Emily Verdecchia e Umberto Innocenzi


Leggi anche:

Il calcio, filosofia di vita. Fattitaliani intervista Marcelo Backes autore de "L'ultimo minuto": I write only about the things, which make me suffer..

Stasera Argentina e Germania si contenderanno la Coppa del Mondo 2014 e anche ieri sera la squadra del Brasile ha subito una disfatta da parte dell'Olanda: un'uscita di scena davvero triste per un Paese che fa del calcio una ragione e uno stile di vita, carico di alte aspettative specialmente in un'edizione organizzata in casa, accompagnata da polemiche. Lo scrittore brasiliano Marcelo Backes ha pubblicato il romanzo "L'ultimo minuto" edito in Italia da Del Vecchio editore (pagg. 240, € 14,50) in cui il calcio si fa filosofia di vita (scheda). Fattitaliani lo ha intervistato.

sabato 12 luglio 2014

Altidona: Ciak sul Fermano 2014, seconda serata. Fattitaliani parla con Cristiano Anania, Alessandro Borghi e Armando Pizzuti

"Anche in tempi di crisi come quelli che tutti i comuni stanno attraversando, è giusto sostenere le attività artistiche e culturali, è un dovere": sono le parole di Enrico Lanciotti, sindaco di Altidona, dove si sta svolgendo la seconda edizione del festival "Ciak sul Fermano", organizzato dall'Associazione "Il Grillo Parlante" e il suo effervescente presidente Annamaria Savini, con la direzione artistica di Cristiana Badiali. Il gradimento da parte del pubblico gli sta dando ragione: il cinema oltre a un arricchimento culturale, può rappresentare in una manifestazione del genere un ottimo volano per far conoscere e valorizzare ulteriormente una meraviglia marchigiana. Stasera saranno proiettati il documentario "Giulietta e Federico" di Mario Orfini e gli ultimi due cortometraggi in gara, "Manuale" di Alberto Felicetti con Armando Pizzuti e "Buon San Valentino" di Cristiano Anania con Alessandro Borghi. Fattitaliani ha scambiato due battute con i due protagonisti e il regista della seconda pellicola.

Ciak sul Fermano, festival del Corto ad Altidona: Fattitaliani intervista i registi Alba Torregrossa e Michele Salvezza

Ha preso avvio la seconda edizione di "Ciak sul Fermano" che si svolgerà fino a domenica 13 luglio nel centro storico di Altidona: la rassegna, organizzata dall'associazione "Il Grillo Parlante" e con la direzione artistica di Cristiana Badiali, prevede la proiezione di nove cortometraggi. Si è cominciato ieri sera dalle 21,30 con  “Ragazze o ortaggi” di Antonio Padovani, “Desire” di Paola Marino, “Primavera” di Alba Torregrossa e “You born” di Michele Salvezza: gli ultimi due registi erano presenti in sala e Fattitaliani li ha interpellati.
Da quale ispirazione nasce il vostro cortometraggio?
Alba TorregrossaL'ispirazione nasce dalla voglia di esprimere qualche cosa di interno che in altre parole forse non si riuscirebbe a dire: il cinema, dunque, mi ha dato l'opportunità di parlare di argomenti che probabilmente non avrei mai avuto il coraggio di riferire a qualcun altro. E' un lavoro molto personale che nasce dal cuore con delle sfumature private che probabilmente sono la forza che creano il corto in sé.
Michele SalvezzaNasce da un fatto di cronaca: mi capitò di ascoltare al tg una notizia in cui si raccontava di una donna incinta che prima di un ponte festivo viene ricoverata in seguito alle doglie e resta tre giorni in ospedale in attesa che i medici ritornino dalle ferie. Questo mi fece riflettere sul fatto che probabilmente quella donna in quel momento si stesse chiedendo se valesse la pena far nascere un bambino in un mondo che si apprestava ad accoglierlo in questa maniera.
In che modo si incontra la dimensione di un'idea personale con quella del lavoro collettivo durante la realizzazione di un film?
La regista Alba Torregrossa e Marco Flammini, direttore della fotografia
Alba TorregrossaIl lavoro è frutto dell'interazione di tante persone ed è importantissimo riuscire a trovare una sintonia perché lavorare bene fa sì che venga fuori un ottimo risultato di cui tutti possano essere soddisfatti e contenti. Non è semplice, ma alla fine si è maggiormente ripagati delle fatiche.
La presentatrice Emily Verdecchia, l'attrice Marcella Braga e il regista Michele Salvezza
Michele Salvezza: Quando si è davanti al foglio bianco la storia viene concepita in modo solitario; dopodiché diventa un lavoro di squadra nel quale cerco di mettere contributi personali di tutti quelli che fanno parte della squadra di lavoro, che siano tecnici come il direttore della fotografia Gigi Martinucci che ha messo il suo immenso talento a servizio della mia storia, sia l'attrice Marcella Braga con la sua capacità e la sua sensibilità: recitare senza dialogo è stata una grossa sfida che ha vinto pienamente. 
Che reazione ti aspetti dallo spettatore nel vedere il film?
Alba TorregrossaPer me è molto importante che ognuno possa capire "quello che vuole capire": m'interessa colpire lo spettatore in qualsiasi modo. Essendo una cosa molto personale, anche lo spettatore vede l'opera in un'ottica personale, quindi diventa essenziale che ci siano letture differenti.
Michele Salvezza: Mi piace credere come diceva il maestro Fellini "non bisogna capire, ma sentire con l'abbandono": è una citazione che sposo in pieno perché penso sia sopravvalutato il tentativo di capire, in realtà è molto più importante e necessario cercare di sentire, di entrare in sintonia con quello che si guarda e, nel mio caso, con chi guarda. Giovanni Zambito.

© Riproduzione riservata

Marcella Braga ed Emily Verdecchia fra l'attore austriaco Hans Christian Hass e i giurati Claudio Venneri e Umberto Innocenzi



Emily Verdecchia, Cristiana Badiali (direttore artistico del Festival), Annamaria Savini (presidente de "Il Grillo Parlante") ed Enrico Lanciotti (sindaco di Altidona)





Stasera, sabato 12 luglio, sarà invece la volta di “Manuale” di Alberto Felicetti, “Buon San Valentino” di Cristiano Anania e “Giulietta e Federico” di Mario Orfini. Domenica 13 luglio saranno invece proiettati i due film fuori concorso “Attimi di fuga” di Umberto Innocenzi e “Black stars” di Francesco Castellani. La serata si concluderà con la premiazione finale per il miglior attore, la migliore attrice, il miglior cortometraggio, la miglior fotografia e la migliore regia. I premi saranno assegnati da una giuria di qualità composta da grandi registi e attori. La giuria popolare, composta da 25 persone, decreterà invece “il miglior cortometraggio del pubblico”.