L’ospitata
di Monti, trattato con i guanti di velluto, inaugura la nuova
avventura del conduttore. Oltre il 7% di share, ma il programma non
convince
“Ho
un po’ sbrodolato”, twitta Gad Lerner il giorno dopo con onestà
e sintesi. Ma si capisce che è soddisfatto. La prima puntata di
Zeta,
nuovo talk show del conduttore su La7 centra l’ascolto con un
ottimo 7,22%% di share (1.259.000 telespettatori), anche se una fetta
di merito va al traino offerto da un super Crozza in spolvero e alla
presenza in studio del premier Monti.
Sia quel che sia, Lerner porta
a casa un risultato superiore alla performance che lo riqualifica
nella classifica, tutta interna alla rete, degli anchorman. Si vede
che il programma è ancora in fase di rodaggio, la struttura interna
è un po’ debole, la scenografia spoglia e poi è troppo lungo.
Tutto, ancora una volta, gira attorno a lui e questo è un vulnus che
forse Lerner dovrebbe evitare visto che L’Infedele è andato
appassendo proprio per questa ragione. Il titolo, “Zeta, la
commedia del potere”, è impegnativo, scelto in onore dell’omonimo
romanzo di Vassilis Vassilikos (giustamente omaggiato di
un’intervista l’altra sera), diventato ancora più celebre grazie
alla trasposizione cinematografica “Z- L’orgia del potere” di
Costa-Gavras. Uno guardando il titolo si sarebbe immaginato un Lerner
con spada e corazza lanciato all’attacco di un Rigor Montis
finalmente disponibile a partecipare a un talk di La7 e invece di
fronte all’algido e british ex consulente di Morgan Stanley, il
nostro ha sfoderato sorrisoni berlusconiani e tanto savoir faire. E’
la campagna elettorale, bellezza, direbbe il maligno.
Vuoi vedere che
le regole non scritte della politica e delle alleanze (future) sono
una calamità di fonte alla quale anche i buoni principi del
politicamente corretto Gad si sono allentati? Lerner ha messo Monti
al centro del ring, ma non l’ha lavorato ai fianchi, né tantomeno
ha azzardato un destro al mento. Lo ha assecondato con domande
certamente corrette e puntuali, ma mai insidiose. E anche l’atteso
scontro tra Monti e Fassina non c’è stato, anzi, per la prima
volta il responsabile economico del Pd, solitamente così incisivo e
polemico, l’altra sera sembrava caricato a salve. Con quel bel viso
sofferto di pasoliniana memoria, Fassina ha incredibilmente
cinguettato col professore, il quale, ha avuto anche il tempo di
punzecchiare Crozza (definito uno “Pateticamente disinformato”
per le sue battute al vetriolo), dimostrandosi in qualche modo
ingrato visto che il comico, anche se involontariamente, gli ha
portato un bel po’ di pubblico per la nota legge dei vasi
comunicanti che vige in televisione. Lerner, comunque, prende e porta
a casa un risultato alla Formigli, ma ora dovrà riconfermarsi. Nel
top rating dei conduttori di La7 Santoro sta in cima alla torre e
sembra imprendibile persino da Chicco Mentana che col Tg ormai non fa
più sfracelli. Gad sino a ieri, stava in un angolino col broncio
perché la chiusura de L’Infedele, almeno questa è la nostra
opinione, è stata un boccone amaro che ha mal digerito. Ma era
impossibile continuare con ascolti del 2%. Adesso ci riprova con
Zeta, che al di là della colta citazione magari nasconde anche una
metafora sul suo futuro professionale. Zeta infatti, come ultima
lettera dell’alfabeto, e quindi come ultima prova televisiva di una
grande e onorata carriera? Il sospetto ti viene perché qualche tempo
fa lo stesso Lerner dichiarò che avrebbe presto appeso i guantoni al
chiodo per far largo ai giovani. O forse ha cambiato idea? Mauro
Scarpellini.
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