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mercoledì 7 marzo 2012

IL GIOVANE MONTALBANO, 3° EPISODIO. ALESSIO VASSALLO A FATTITALIANI: "IO, IRONICO E FEMMINARO COME MIMÌ AUGELLO"... "AGRODOLCE"? UN'OCCASIONE PERSA. L'INTERVISTA

Giovedì 8 marzo, in prima serata su Raiuno, va in onda il terzo episodio de Il giovane Montalbano fiction prodotta da Rai Fiction e Palomar per la regia di Gianluca Maria Tavarelli, con Michele Riondino nei panni del commissario più amato d'Italia: Salvo Montalbano. La puntata intitolata "Ritorno alle origini" vede l'entrata in scena di due popolari e amati personaggi della serie: la bella Livia (Sarah Felberbaum), che farà innamorare il giovane commissario di Vigàta, e il vice-commissario Mimì Augello interpretato da Alessio Vassallo che Fattitaliani ha intervistato.
In che cosa ti senti simile a Mimì Augello e in che cosa invece siete agli antipodi?
L'ironia tagliente ci accumuna di sicuro. L'animo da femminaro anche, essendo un siciliano doc, ma con un corteggiamento d'altri tempi. Mimì è un corteggiatore in via d'estinzione. Ecco, Mimì sta sempre pronto a stanare la preda, io quei ritmi non li potrei mai reggere!
Il tuo rapporto con le donne com'è?
Sono fidanzato da quattro anni, e cerco quotidianamente di preservare la mia prima storia lunga e importante... e con questo lavoro tocca avere spalle larghe, e non prendere esempio da Augello. Anche se il corteggiatore è colui che fa un complimento, che gioca...  il tradimento è un'altra cosa, che si avvicina di più allo squallore.
Hai fatto riferimento al Mimì televisivo "adulto" per costruire il tuo personaggio?
No. Stimo molto Cesare Bocci e il suo lavoro su Augello. Ma il mio Mimì è il mio Mimì. Penso che il successo di pubblico e critica sia dovuto anche al lavoro personale che noi attori abbiamo fatto sui personaggi, attenendoci non alla serie tv ma ai romanzi di Camilleri, con un direttore d'orchestra fantastico come Gianluca Maria Tavarelli che ci ha guidati dall'inizio alla fine. Lui ha visto in me un lato della mia personalità che forse non sapevo neanche di avere, e di questo gli sarò sempre grato. il mio punto di partenza? Il barone Fefè interpretato da Mastroianni in Divorzio all'italiana.
Da siciliano, che cosa in maniera positiva la serie offre dell'immagine della tua isola?
Montalbano è Montalbano: a volte, a parte il giallo appassionante, stai lì incollato a vederlo, proprio per la Sicilia, per i suoi colori, per le persone, per il cibo. Penso che sia una delle pochissime serie dove vien fuori il meglio della mia stupenda terra.
Conoscevi i posti dove sono state girate le puntate?
Non conoscevo quei luoghi. Grazie al mio lavoro ho avuto l'opportunità di girare la Sicilia in lungo e in largo, anche con altre fiction sempre girate nella mia terra. Quando per la prima volta ho visto Punta Secca, dove si trova la famosissima casa di Montalbano, ero emozionatissimo. Emozione finita dopo un secondo: perché mi sono subito buttato a mare !!!!
Il pubblico di Raitre si deve rassegnare oramai alla fine di "Agrodolce"? hai seguito l'altalenante vicenda?
Io uscii da Agrodolce a fine prima serie. Volevo sperimentarmi in progetti nuovi. So che avevano ripreso a girare la seconda ma poi tutto si è fermato. Dispiace che un progetto nato in Sicilia sia finito così. Forse troppi interessi. Io l'ho sempre paragonato alle tante scuole o ospedali, inaugurati, con macchinari nuovissimi, ma mai utilizzati. Uno spreco in tutti sensi. Un'occasione persa.
Professionalmente dove ti vedi nel prossimo futuro? che cosa sogni di realizzare?
Più che i sogni mi godo il presente, gustandomi ogni giovedì Il giovane Montalbano. Ho due film in postproduzione: La moglie del sarto con Maria Grazia Cucinotta e Stalker con Anna Foglietta, per la regia di Luca Tornatore. Sognando, spero di continuare così, con prodotti televisivi importanti come questo, e magari lavorare con gli ultimi maestri del cinema che sono rimasti, e ben vengano anche i tanti giovani che come me amano il cinema. Giovanni Zambito.
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