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venerdì 11 maggio 2012

"EUROM 5. LEGGERE E CAPIRE 5 LINGUE ROMANZE", FATTITALIANI INTERVISTA ELISABETTA BONVINO DI ROMA TRE: "L'INTERCOMPRENSIONE PERMETTE LO SVILUPPO DI COMPETENZE"

"Intercomprensione e Eurom5: Che cosa sono?" Questo il titolo del workshop che avrà luogo il prossimo 17 maggio all'Università di Roma Tre (leggi il programma) organizzato dal CLA sull'intercomprensione, il fenomeno spontaneo di comprensione reciproca tra parlanti di lingue affini. Gli studi su uno dei settori più proficui della linguistica educativa propongono un tipo di formazione che sfrutta la capacità di comprendere una lingua affine e ne accelera il processo. In questo modo, promuovono un modello comunicativo per lo sviluppo delle capacità cognitive e delle abilità ricettive. La Hoepli Editore ha pubblicato di recente il manuale "EuRom5. Leggere e capire 5 lingue romanze" (€ 29,90) per imparare a leggere in breve tempo testi di carattere generale in cinque lingue romanze (portoghese, spagnolo, catalano, italiano e francese)  e che si rivolge a parlanti di una di queste lingue: un'opera originale che può essere utilizzata in diversi paesi con un approccio che poggia sull'insegnamento simultaneo di tali lingue nell'ottica dell'intercomprensione. Gli autori sono Sandrine Caddeo, Eulalia Vilagines Serra, Salvador Pippa ed Elisabetta Bonvino, intervistata da Fattitaliani.

In che modo è stato coordinato il lavoro: c'è stata una netta divisione dei compiti?
Il lavoro è stato coordinato dalla sottoscritta. Se da un lato c'è stata una naturale suddivisione dei compiti, perché ciascun membro dell'équipe era maggiormente competente in una o due lingue e perché in linea di massima gli autori avevano la responsabilità di una lingua, d'altro canto il manuale è pensato per essere utilizzato da apprendenti e insegnanti di tutte le lingue e in ogni sezione le lingue sono tutte presenti simultaneamente. Questo ha comportato un intenso lavoro di confronto delle informazioni, di scambio. I testi su cui è incentrato il precorso didattico sono stati sperimentati nei vari paesi e sono state confrontate le difficoltà riscontrate dagli apprendenti. In pratica ogni parte del manuale e del sito sono il frutto di grandecooperazione.
Possiamo riassumere il principio su cui si fonda l'intercomprensione?
L'intercomprensione, cioè la reciproca comprensione tra parlanti di lingue affini è una pratica comunicativa spontanea che esiste da tempo. Per fare un esempio, doveva essere il modo in cui si comunicava nei conventi medievali che descrive Umberto Eco neIl Nome della rosa: ciascuno parlava la sua lingua, ma, confidando nel fatto che il latino era alla base di tutte, il messaggio doveva venire compreso. La didattica dell'intercomprensione - che è oggi al centro di molti studi e progetti europei (1), che ha dato origine a diversi strumenti didattici e a molti progetti europei - propone un tipo di formazione che sfrutta la capacità di comprendere una lingua e ne accelera il processo, promuovendo un modello per lo sviluppo delle capacità cognitive e delle abilità ricettive.
Pur non ponendosi come alternativa all'apprendimento globale di una o più lingue, la didattica dell'intercomprensione rappresenta un interessante approccio all'apprendimento linguistico, in linea con le recenti direttive del Quadro Comune di Riferimento Europeo che sottolinea l'importanza delle "competenze parziali", e una prassi didattica per lo sviluppo del plurilinguismo.
Chi ne è stato l'ideatore/pensatore primo?Claire Blanche-Benveniste è stata la prima a pensare ad uno utilizzo didattico del fenomeno spontaneo dell'intercomprensione. Alla sua geniale intuizione si deve la metodologia EuRom4 (il cui manuale è stato pubblicato nel 1997). Il manuale EuRom5 (che è la riedizione e l'ampliamento di EuRom4) è uno strumento per imparare a leggere in breve tempo testi di carattere generale in cinque lingue romanze (portoghese, spagnolo, catalano, italiano e francese) e si rivolge a parlanti di una di queste lingue. Si tratta pertanto di un'opera originale, in quanto lo stesso volume può essere utilizzato in diversi paesi. L'approccio adottato è l'insegnamento simultaneo di tali lingue nell'ottica dell'intercomprensione. Il manuale è accompagnato da un sito www.eurom5.com che contiene i materiali didattici e l'audio dei testi.
Caratteristiche e punti forti di Eurom5?
La rapidità di apprendimento (30 - 40 ore sono sufficienti); l'approccio simultaneo alle lingue romanze che dà origine ad una presa di coscienza linguistica e attiva un meccanismo di confronto con ricadute positive sulla stessa lingua materna; lo sviluppo di strategie della lettura e delle capacità di inferenza; la scoperta autonoma delle lingue; l'efficacia del metodo, confermata da anni di esperienza di insegnamento in varie sedi universitarie europee.
Un'intensificazione piuttosto che una riduzione - come accade oggi - dello studio del latino costituirebbe un ulteriore aiuto? 
Abbiamo potuto osservare che chi ha conoscenze del latino è notevolmente facilitato nel processo di comprensione di tutte le lingue romanze. Questo è abbastanza scontato, visto che è dal latino che tutte queste lingue derivano. Del resto, un approccio simultaneo alle lingue romanze con la riflessione linguistica spontanea che ne deriva restituisce ai parlanti quella competenza e quella consapevolezza di vicinanza linguistica derivante dallo studio del latino, anche a chi non lo ha studiato. Credo che un approccio come quello di EuRom5 potrebbe essere adottato proficuamente nelle scuole per proporre, insieme al latino, le lingue che da esso derivano. Sarebbe una possibilità da sfruttare, per sviluppare in maniera moderna la comprensione del latino a scuola.
Charles Baugh sostiene che anche se l'inglese appartiene al gruppo delle lingue germaniche "more than half of its vocabulary" è derivato dal   latino sia attraverso prestiti diretti sia attraverso le lingue neolatine e  in primo luogo dall'antico francese: si è pensato di coinvolgere prossimamente anche l'inglese nello studio comparativo?
Attualmente esistono diversi approcci all'intercomprensione. Un ramo ha sviluppato anche l'intercomprensione fra lingue non imparentate. I "ponti" lessicali e di altra natura tra l'inglese e le lingue romanze sono molti. Ci sono studi che partendo dalle lingue romanze vanno verso l'inglese e altre lingue germaniche o di altre famiglie (progetto ICE coordinato dal ricercatore francese Eric Castagne dell'università di Reims). Va citato inoltre un nuovo progetto che sta prendendo corpo negli Stati Uniti.
Prego...
Clorinda Donato, professoressa di francese e responsabile delle lingue romanze all'università Long Beach, Los Angeles, sviluppa da qualche anno un insegnamento del francese e dell'italiano in intercomprensione, per chi parla già inglese e spagnolo. Ha chiamato a collaborare con lei il professore francese Pierre Escudé, esperto di intercomprensione dell'Università di Tolosa. Negli USA la lingua spagnola è in forte crescita. Si pensa che nel 2050 la maggior parte degli statunitensi parlerà spagnolo. A differenza dell'Europa, dove l'intercomprensione ha fino ad oggi incontrato molte resistenze, gli Stati Uniti non hanno gli stessi pregiudizi. Gli USA sono stati fondati da immigrati europei che, mantenendo la loro lingua, integravano l'inglese. Negli Stati Uniti hanno capito che l'intercomprensione permette lo sviluppo di competenze. Uno studente che è bilingue spagnolo e inglese e che apprende il francese tramite l'intercomprensione, avrà anche competenze in italiano e portoghese: conseguendo una competenza nelle lingue parlate dal maggior numero di persone negli Stati Uniti d'America, nonché di circa la metà della popolazione europea.
Quali sono le maggiori difficoltà che s'incontrano nell'intercomprensione in generale e negli studenti del suo corso?
Le difficoltà sono molto poche. Il percorso di acquisizione di una competenza ricettiva nelle altre quattro lingue romanze proposte (per un italiano il percorso propone portoghese, spagnolo, catalano e francese) è rapido ed entusiasmante. Le persone sono molto stupite di vedere quanto riescono a capire da sole sin dall'inizio. Molte difficoltà non sono di natura linguistica. Gli apprendenti posti di fronte ad un testo scritto in una lingua che non conoscono a volte regrediscono e diventano "cattivi lettori": leggono parola per parola, si bloccano quando non capiscono una parola, e non sanno ricostruire il testo dagli indizi linguistici ed extralinguistici a disposizione. La prima cosa è dunque riappropriarsi o imparare efficienti strategie di lettura.
Come bisogna cominciare?
All'inizio del percorso la cosa più importante è capire il significato delle parole, una volta capito quello, anche se il testo è sintatticamente complesso, può essere facilmente compreso. Quindi le parole non trasparenti creano difficoltà. Per fortuna, le parole quasi uguali in tutte le lingue sono molte e partendo da quelle si riesce a capire il resto. Ecco un esempio tratto dal manuale:
P - O Museu da Haia apresenta uma grande retrospectiva
E - El Museo de La Haya presenta una gran retrospectiva
C - El Museu de l'Haia presenta una gran retrospectiva
I - Il Museo dell'Aia presenta una grande retrospettiva
F - Le Musée de La Haye présente une grande rétrospective
Ogni lingua ha poi le sue caratteristiche che possono essere considerate "difficili" per i parlanti di una delle altre lingue e magari non per gli altri.
Quale luogo comune va sfatato in primis?
I luoghi comuni da sfatare sono molti. Il primo è che apprendere più lingue insieme genera per forza grande confusione. Abbiamo sperimentato che un apprendimento basato su più lingue simultaneamente, che miri allo sviluppo di abilità ricettive, non solo è fattibile ma anche efficiente ed economico. Valorizza infatti le competenze trasversali: quello che apprendo in portoghese mi può servire per lo spagnolo; quello che apprendo del francese mi può servire per il catalano; quello che so nella mia lingua madre mi serve per capirle tutte. Ovviamente questo vale per la comprensione, per la produzione il discorso sarebbe più complesso.
Il secondo luogo comune è che un approccio "non comunicativo" e "molto linguistico" come può sembrareEurom5 non sia coinvolgente e possa essere considerato antiquato.
Gli apprendenti, sin dalla prima seduta, hanno il compito di restituire nella loro lingua materna un testo in una lingua che non hanno mai studiato di cui viene fornita una lettura ad alta voce effettuata da un parlante nativo. La metodologia prevede un intervento molto marginale dell'insegnante, il cui ruolo è quello di incoraggiare, proporre strategie, ma più ancora di aiutare l'apprendente a scoprire le sue proprie strategie. È previsto anche un percorso in completa autonomia. Abbiamo potuto osservare che gli apprendenti raccolgono la sfida e non dovendo dimostrare nulla (perché quella lingua non la hanno mai studiata) si sentono disinibiti. Il lavoro di arrivare da soli a comprendere e di arrivare da soli a cogliere la comunanza fra le lingue è percepito come molto stimolante. Molti studenti in difficoltà con le lingue, dopo questo corso, hanno avuto il coraggio di riprendere lo studio globale di una lingua.
C'è una lingua più effettivamente difficile delle altre?
Ci sono differenti "distanze" linguistiche fra le lingue romanze che hanno intrapreso percorsi diversi rispetto al latino. E poi c'è la distanza "percepita" dai parlanti, che non è detto che corrisponda ad una effettiva distanza linguistica e dipende per lo più dalla conoscenza e dalla familiarità con una determinata lingua o cultura. Gli italiani appena iniziano il percorso percepiscono come più distanti il portoghese e il catalano. Poi si rendono conto che hanno maggiore difficoltà in francese. Tutte le difficoltà però vengono superate grazie al lavoro simultaneo con tutte le lingue. Il rumeno, che non fa ancora parte della nostra metodologia, è senz'altro la lingua romanza che pone più problemi, anche perché il suo lessico è fortemente influenzato dalle lingue slave.
Ci sono argomenti che più di altri suscitano interesse e facilitano l'intercomprensione?
L'intercomprensione è sempre possibile. All'inizio vanno scelti testi di interesse generale, con tematiche possibilmente conosciute a tutti gli apprendenti e non troppo legati ad una singola cultura.
Quale aspetto delle cinque lingue romanze analizzate è più facilmente  e naturalmente trasferibile dall'una alle altre?
Sicuramente il lessico quando è trasparente è assolutamente trasferibile. Inoltre è possibile trasferire anche indirettamente competenze sul lessico. Un italiano capisce la parola non trasparente enfant del francese, che significa bambino, passando da infantile e infanzia e lo stesso fanno spagnoli, portoghesi e catalani. Attinge cioè al repertorio generale della sua lingua madre. Questo ha ricadute molto positive anche sulla conoscenza della propria lingua e, come dicevamo prima, può restituire - con il percorso inverso - le competenze derivanti dal latino. Esistono inoltre delle competenze implicite da parte dei parlanti di ciascuna lingua che sono patrimonio comune delle lingue romanze: accordo di genere, passato con uso di ausiliari, uso di pronomi, presenza di articoli. I parlanti conoscendo la propria lingua, sanno implicitamente già moltissimo delle altre.Giovanni Chiaramonte.
© Riproduzione riservata
(1Recentemente - grazie ad un progetto europeo coordinato dalla professoressa portoghese Filomena Capucho - tutte le istituzioni che si occupano di intercomprensione si sono federate in una rete REDINTER (www.redinter.eu) per armonizzare e cercare di dare visibilità e ampiezza ai diversi progetti.

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