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domenica 20 giugno 2010

La mostra di Nico Vascellari a Museion dal 5 giugno al 29 agosto.

20 giugno 2010 - E' Nico Vascellari, il protagonista del progetto espositivo fino al 29 agosto a Museion. La mostra, a cura di Letizia Ragaglia, si inserisce nel programma di Museion dedicato alle diverse declinazioni della scultura.
Il progetto di Vascellari ruota attorno ad un imponente monolite ottenuto dal calco di un frammento di montagna fatta esplodere per dare origine al lavoro.
Dal calco è stata realizzata una fusione in bronzo che il giorno dell'inaugurazione è diventata la cassa di risonanza delle percussioni dell'artista, a loro volta amplificate dai musicisti Aaron Dilloway e C. Spencer Yeh. Accanto alla scultura sono presentati una serie di collage - che hanno come tema il tramonto e sono intesi come studi per l'illuminazione della scultura stessa – assieme ad altri nuovi lavori.

Artista sciamano capace di stregare e intrattenere, attraversato dall'urgenza di plasmare e unificare le più diverse forme espressive in una continua osmosi e ridefinizione dei confini fra arte e vita.Partendo da una formazione underground come leader del gruppo punk-noise dei With Love, esperienza di recente rivisitata nel progetto Lago Morto sviluppato per la Kunstalle di Graz nel 2009, Vascellari si muove nel campo della cultura underground e delle arti visive utilizzando la fotografia, il video e la scultura, affidando alla performance la chiave interpretativa del suo lavoro.

Le sue opere sono realizzate con i materiali più diversi come stoffe, oggetti di uso comune o appartenenti alla tradizione, luci e strumenti di nuova generazione. Nella pratica artistica di Vascellari hanno un ruolo centrale la dimensione tribale e collettiva e la ricerca di un'esperienza in senso totale. Gli spazi che accolgono le sue performance sono densi e coinvolgenti. In questi luoghi aleggia l'improvvisazione e assume un ruolo primario l'interazione con il pubblico.

Oltre a quest'aspetto, le sue azioni sono sempre alimentate dell'esperienza personale e sono la traduzione pubblica di situazioni domestiche, di gesti e citazioni di sé, sovrapposizione di riferimenti multiculturali dove si fondono il grottesco, il barocco, il quotidiano. Come nel lavoro con cui l'artista ha vinto il Premio internazionale della Performance organizzato dalla Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento (2005) portando sulla scena tutta la sua famiglia: padre, madre e sorella sorreggono sopra di lui, mentre canta, una struttura in legno, costringendoli ad uno sforzo costante per mantenerla alzata.
Nel progetto a Museion l'approccio hardcore e la sua traduzione in linguaggio artistico entrano con la loro fisicità prorompente a partire dalla presenza stessa del monolite fino all'azione dell'artista e all'espansione sonora. Con questo lavoro Nico Vascellari si è confrontato con una dimensione a lui molto vicina come quella arcana della montagna, simbolo di trascendenza, del confine tra visibile ed invisibile.
La montagna ricoperta di boschi e la vegetazione tout court sono spesso teatro delle sue performance ed anche "materia prima" dei suoi lavori: dalla natura per esempio provengono i nidi - anch'essi esposti in mostra - scardinati meticolosamente in innumerevoli frammenti, così come dalla pancia della montagna proviene la roccia esposta a Museion, già oggetto di una performance in occasione dell'inaugurazione di Lambretto Art Project a Milano nel 2009.
Nico Vascellari vive e lavora a Vittorio Veneto, dove è nato nel 1976. Ha realizzato numerose mostre personali in Italia e all'estero, tra cui Soltanto un quadro al massimo, Villa Massimo, Roma (2010), Focus on, GC AC, Monfalcone (2009), I Hear A Shadow, LAP, Milano (2009), Untitled da Crisp LondonLosAngeles a Los Angeles e a Londra, Untitled, Galleria Monitor di Roma (2009). Nel 2007 ha partecipato alla 52a Biennale di Venezia con l'opera Revenge. Tra le collettive piu' recenti: 5x5 presso l'EACC di Castellò in Spagna (2010), Arrivi e Partenze Europa, Mole Vanvitelliana, Ancona (2009), Number Three: Here and Now, Julia Stoschek Foundation, Dusseldorf (2009), Accecare L'Ascolto, Artissima, Torino (2009) Coates, Cormick & Vascellari, Neon Parc, Melbourne (2009), Marina Abramovic presents..., Manchester International Festival, Whitworth Art Gallery, Manchester (2009), No Soul For Sale, X Initiative, New York (2009), Rock – Paper – Scissors, Kunsthaus Graz am Landesmuseum Joanneum, Graz (2009).
Fra i vari riconoscimenti ricevuti, si segnalano il Premio Acacia (2010), il Premio New York, Ministero degli Esteri and Columbia University (2006) e il Premio per la Giovane Arte Italiana istituito dalla DARC e dal MAXXI-Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo (2006-2007).
Oltre alla mostra a Museion, nel 2010 l'artista sarà coinvolto in diversi progetti, come un intervento per il Centre International d'Art & Du Paysage a Vile de Vassiviere in Francia, la mostra collettiva Terre Vulnerabili presso l'Hangar Bicocca a Milano e la residenza trimestrale per artisti al Marina Abramovic Institute di San Francisco, al termine della quale verrà inaugurata una sua mostra personale.
Aaron Dilloway
Aaron Dilloway è un'icona del noise anni 2000. Alla fine degli anni Novanta ha dato vita al nucleo storico dei Wolf Eyes, una delle più significative band dell'underground americano. Ha fondato l'etichetta indipendente Hanson con cui ha prodotto, fra gli altri, i Nautical Almanac, Andrew W.K., Kewin Drumm, gli Air Police. Con la band dei Wolf Eyes ha portato la musica noise ad una platea sempre più ampia. La loro esperienza, che coniuga l'elettronica di scarto e i retaggi della musica industrial dei primi anni Ottanta ad un'indole rock, ha influenzato in modo deciso la scena noise americana. Nel 2005, dopo la consacrazione del disco Sub Po, Dilloway ha abbandonato la band per dedicarsi all'esperienza da solista. La produzione di questo nuovo periodo è altrettanto corposa e diversificata. Le sperimentazioni come solista si alternano a collaborazioni (John Wiese, Kevin Drumm, Prurient), ritorni alla storica band e impegni sul fronte dell'etichetta Hanson Records.
C. Spencer Yeh
C. Spencer Yeh (Taipei – Taiwan, 1975) vive e lavora a Cincinnati. Si è formato in radio, televisione e film alla Northwestern University di Chicago. Il suo più conosciuto progetto, Burning Star Core, è un'evocativa performance vocale. Diverse le collaborazioni con musicisti fra cui, G.X. Jupitter-Larsen, Hair Police, Wolf Eyes e Lo-Vid. I suoi lavori sono stati esposti in varie sedi internazionali fra cui la Issue Project Room a New York, l'Ullens Center a Pechino, e la Frieze Art Fair di Londra. Nel 2009/2010 si è svolta al Lois & Richard Rosenthal Center for Contemporary Art di Cincinnati la sua prima personale in un museo. Per l'occasione la galleria è stata trasformata in in'esperienza multisensoriale con un'installazione video e audio multi-canale. In mostra è stato esposto anche il recente progetto Buck and Judy, un video musicale creato per il gruppo rock dei Deerhoof che esplora le convenzioni dell'animazione e la narrazione del flusso di coscienza.
Nico Vascellari
a cura di Letizia Ragaglia
fino al 29 agosto 2010
Orari: da martedì a domenica 10.00-18.00, giovedì 10.00-22.00 con entrata libera e visita guidata gratuita alle 19. Lunedì chiuso.
Museion, museo d'arte moderna e contemporanea Bolzano.
Via Dante 6, 39100 Bolzano
www.museion.it

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