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giovedì 10 febbraio 2011

LORENZA GHINELLI, AUTENTICO CASO LETTERARIO, A FATTITALIANI: "IL DIVORATORE" MI OSSESSIONA DA QUAND'ERO BAMBINA. L'INTERVISTA

Lorenza Ghinelli è il nuovo nome della narrativa: il suo primo romanzo "Il divoratore" edito da Newton Compton (pagg. 256, € 9,90) sta dando filo da torcere a volumi e scrittori di chiara fama: per la casa editrice, il suo rappresenta l'esordio letterario più importante di questo inizio anno. Venduto in Spagna, Brasile, Olanda, Russia e Francia il libro racconta di Denny, un bambino di sette anni con una madre tossica, un padre folle e alcolizzato, dei compagni di scuola che lo maltrattano e lo considerano pazzo. Quando è solo, per vincere il terrore inventa filastrocche inquietanti. Ha un unico amico, che si fa chiamare "Uomo dei Sogni", un vecchio crudele, trasandato, con un bastone in mano che vendica Denny, se qualcuno tenta di nuocergli.
E poi c'è il 14enne Pietro, un autistico geniale col dono del disegno, unico testimone oculare delle aberranti sparizioni di alcuni ragazzini, che riproduce ciò che vede, anche se purtroppo nessuno gli crede, nessuno tranne la sua educatrice professionale, Alice, alla quale quei disegni lolgono il sonno e la precipitano nell'incubo, ricordandole qualcosa che tempo prima aveva cercato di rimuovere. 
Fattitaliani ha intervistato Lorenza Ghinelli che confessa i suoi sentimenti e le sue emozioni di fronte a un riscontro così sorprendente.
Quattro edizioni in venti giorni, un successone. Te l'aspettavi? quali erano le tue attese e aspettative?
Ovviamente speravo che il libro andasse bene, e lo speravo sia per me sia per la Newton, perché in questo libro ha creduto e investito tantissimo. è un successo condiviso. Ma non ho caricato questa speranza con aspettative eccessive. Insomma, ora siamo alla quinta edizione, no, non me l'aspettavo.
Chi ha letto per primo il romanzo?
Nel 2010 è stata Alessandra Penna a credere nel libro così tanto da esporsi in prima persona, è la mia editor, e i risultati che stiamo raccogliendo sono estremamente gratificanti.
Che tipo di editing è stato fatto sul manoscritto?
Il lavoro di editing l'ho fatto appunto con Alessandra. Da parte sua c'è stato un enorme rispetto per il mio stile, non è quello che siamo andate a toccare, il libro lo sento mio al cento per cento. Alessandra mi ha aiutato a notare alcune ingenuità su cui poi ho lavorato. 
Ci puoi raccontare in breve l'ispirazione e la gestazione de "Il Divoratore"?
"Il Divoratore" lo scrissi fra il 2006 e il 2007, ma la figura del Divoratore mi ossessiona da quando sono bambina. Diciamo che per me era giunto il momento di liberarmene, e per farlo l'ho dovuta affrontare fino in fondo scrivendo questo libro. Ora posso andare avanti e raccontare nuove storie.
A quale tuo incubo o tua angoscia la trama dà corpo e consistenza?
Vedi, per chi ha una spiccata sensibilità è sempre un po' come camminare su un confine: da una parte c'è la realtà, coi suoi carichi di dolore e frustrazione, dall'altra c'è la follia che a volte sembra la soluzione a tutto. Io racconto quel confine, e gli strumenti, o la loro assenza, che possono determinare la scelta.
Visto che lavori come editor e sceneggiatrice per la Taodue, "Il divoratore" funzionerebbe in una trasposizione filmica? 
 Credo che Il Divoratore sia perfetto per il cinema. Avete presente 'Lasciami entrare?' Ecco, Il Divoratore dovrebbe avere quei colori, quella prospettiva.
Uomo dei Sogni: al di là del personaggio del libro, qual è il tuo?
Il mio è quello che trovate nel libro. Il Divoratore si nutre di paure, di ossessioni, di fughe. Nessuno può essere immune all'uomo dei sogni. Giovanni Zambito.

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