Il
conduttore televisivo Piero Angela
e lo storico Alessandro
Barbero mettono a frutto la loro collaborazione televisiva con un
libro che apre la cassaforte del nostro passato per svelare aneddoti,
sfatare leggende e raccontare come vivevano uomini e donne comuni.
Lo
“Ius primae noctis”? Un’invenzione scaturita dalla penna
fantasiosa di un cronista di Cuneo del 1300. La cintura di castità?
Altra leggenda, confezionata 500 anni più tardi, nell’800, quando
andava di moda rappresentare il Medioevo come un’epoca truce,
sinistra, barbarica. E la psicosi dell’anno 1000 quando si pensava
che il mondo sarebbe finito? Anche questo è una bufala alla quale
intere generazioni hanno abboccato per secoli. La verità è che
allora, a parte i dotti, i monaci e i notai, nessuno sapeva in quale
anno vivesse. La storia, se non viene maneggiata con cura, ogni tanto
tira dei brutti scherzi. Qualcuno diffonde una voce, altri la
riprendono e la mettono su carta, i libri girano e vengano letti ed
ecco confezionata una credenza indistruttibile in un epoca in cui le
comunicazioni non esistono e oltre il 90% delle persone è
analfabeta.
Il
conduttore televisivo Piero
Angela
e lo storico Alessandro
Barbero
con questo libro,
“Dietro le quinte della storia” (edito da Rizzoli, 17,50 euro),
sono bravi a sfatare
alcuni luoghi comuni sempre di forte presa, ma il loro intento è più
ambizioso: prendere
per mano il lettore per condurlo in un lungo viaggio nella storia
vista dal “basso”, non i grandi avvenimenti e la vita dei grandi
personaggi, bensì il racconto di come vivevano uomini e donne comuni
alle prese con i loro problemi quotidiani: la casa, la famiglia, i
servizi igienici, i viaggi, la sessualità. In fondo, spiegano gli
autori, c’è
un filo rosso che unisce le società del passato: pochissima energia
e tecnologia, quasi nessuna medicina, trasporti lentissimi, poco
cibo, vita breve, analfabetismo diffuso.
La
vita nell’antichità, insomma, era dura. L’assenza delle medicine
livellava tutti, poveri, ricchi, nobili e miserabili. Per secoli il
rimedio principale alle malattie era il salasso, anche se spesso
proprio questo rimedio ammazzava il malato. L’alternativa per i
poveri erano le erbe, ma se i rimedi non funzionavano, c’erano
sempre gli incantesimi. Anche gli spostamenti erano un grosso
problema. La distanza che un’automobile copre oggi in un’ora, 130
chilometri, un pellegrino a piedi la percorreva in una settimana. Si
poteva prendere un cavallo, ma allora, possederne uno, era come avere
un’automobile di gran lusso. Roba da ricchi, come del resto
cucinarsi un arrosto era una prerogativa non certo del popolino.
Troppa legna si doveva consumare per la cottura, solo i benestanti
potevano permetterselo.
Sono
decine e decine i microracconti, gli aneddoti e le curiosità che la
coppia Angela-Barbero svela ai lettori utilizzando la tecnica
retorica del dialogo, del botta e risposta tra il divulgatore per
antonomasia Angela e lo specialista Barbero. Ne esce un approccio
leggero e divertente per un libro chiaramente divulgativo, dietro al
quale si snoda un più sottile livello esplicativo che sottolinea
quanto il progresso dell'umanità sia dipeso dalla capacità di far
interagire cultura, energia e tecnologia per affrontare sfide nuove o
risolvere in modo nuovo vecchi problemi. Ogni età della storia ha
portato il suo contributo alla causa del progresso. Anche il Medioevo
non è stato quel periodo immobile e oscuro che si dice. Durante quei
secoli, ci spiega Barbero, che questo tema lo conosce bene, sono
state inventate un’infinità di cose: la camicia, i bottoni, il
comune, la banca, l’università, la chiesa, il prete, la
confessione, la messa, e ancora, il salame, i ravioli, gli occhiali.
Ma soprattutto l’uomo del Medioevo ha inventato la carta e il
torchio che permetteranno successivamente la nascita della stampa a
caratteri mobili di Gutemberg, una delle meraviglie del Rinascimento.
Ogni progresso ottenuto quindi non nasce per caso, ma è il frutto di
un accumulo di innovazioni e di saperi prodotti nei secoli. Forse non
tutti sanno che “Dietro le quinte della storia” è anche il
titolo della rubrica tv che Alessandro Barbero tiene dal 2007
all’interno del programma di Piero Angela, Superquark (uno delle
poche trasmissioni che la Rai può sbandierare come servizio
pubblico). Lo spunto di fare il libro nasce proprio da questa
collaborazione: ”Come il tentativo di rielaborare e arricchire in
modo nuovo le nostre conversazioni di Superquark”. Un libro che
nasce dalla tv, quindi. Un’operazione che 15 anni fa sarebbe stata
aspramente criticata, oggi invece se ne comprende l’utilità perché
consente alle persone di avvicinarsi a una disciplina dimenticata
come la storia. Mauro
Scarpellini.
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