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lunedì 20 gennaio 2014

Frencio & Masi e il debut-album "Arrivati al punto". L'intervista di Fattitaliani: internet aiuta poco, meglio i concerti

Antonino "Masi" Masilotti (voce recitante, autore di testi), Francesco "Frencio" Fecondo (voce, tastiere, composizione e programmazione) e Marco "Mauss" Cozza (Basso elettrico, groovebox, sequencer, oscillatore) sono i componenti del gruppo Frencio & Masi: nasce dall'incontro tra Francesco “Frencio” Fecondo (già seconda voce e autore musicale nel progetto VIDRA - www.vidraofficial.com) e Antonino “Masi” Masilotti (poeta e attore, leader del duo "Le Lingue di S.a.d.e.").
Dopo la collaborazione per gli spettacoli multimediali “R.ae.D - Requiem aeternam dona”, “S|Pace - monologo a due voci” e “Moby Dick, l’Oceano e i relitti musicali”, il duo scopre la comune passione per i dischi bianchi di Lucio Battisti e realizza un'eccentrica cover version del brano “Per altri motivi” (da "L’Apparenza", 1988). Nel dicembre 2011 prende vita il progetto "Fissi Mobili Estetici", un EP sperimentale in cui convergono la scrittura poetica di Antonino, attenta alla valorizzazione dei tratti acustico-fonologici del linguaggio, e la ricerca melodica di Frencio. Gli arrangiamenti, affidati a Marco “MauSS” Cozza (oggi parte integrante del progetto), sviluppano una cornice elettronica che ingloba vibrazioni italodisco e suggestioni funky-rap. L'EP viene presentato in anteprima nazionale sulle onde di Webradionetwork nel programma notturno “BorderNights” (a cura di Fabio Frabetti) nella sezione dedicata a Pasquale Panella e, dal vivo, con un release party in apertura al concerto degli ATARI presso la Mediateca Marte (17esima edizione del Festival Linea D'Ombra). Nel settembre del 2012 il duo inizia a lavorare al debut-album, “Arrivati al punto”, con la produzione di Fabio Cinti. L'album viene pubblicato il 3 luglio dell'anno successivo. Il primo singolo estratto è "Melo'". Nella tracklist del disco figura il brano “Conversazione tra manichini”, firmato con il cantautore romano Alessandro Orlando Graziano. L'intervista di Fattitaliani.
In che cosa e con quale intento si sono unite le vostre personalità umane e musicali?
Frencio: Io e Masi proveniamo da storie diverse. Lui viene da un background teatrale e letterario, io da un background legato alla musica d’autore italiana. Abbiamo trovato terreno di incontro in due aspetti comuni dei nostri percorsi: la sperimentazione metrica e un chiaro gusto “post-moderno” che ci fa approcciare alla dimensione artistica in modo ludico. Cerchiamo la citazione distorta, il gioco sonoro, la parodia continua delle forme esistenti. Quasi all’indomani della fondazione del progetto, si è unito a noi il bassista e programmatore elettronico Marco “MauSS” Cozza. I suoi arrangiamenti hanno arricchito le nostre canzoni di un colore tecnologico e hanno esteso l’orizzonte di riferimento, aprendoci a vibrazioni elettroniche contemporanee.

"Arrivati al punto" è la sintesi di quale vostro punto di vista sulla vita?
Frencio: Il titolo è solo un frammento del verso che apre il disco: “Arrivati al punto in cui la strada non è più un percorso liscio da raccontare sulla panchina”. Non siamo arrivati a nessuna visione definitiva. Non c’è nessun punto d’arrivo, né esistenziale né estetico. Le nostre canzoni procedono per deviazioni improvvise. Le frasi melodiche sterzano continuamente e le atmosfere di MauSS fanno lo stesso. Siamo degli appassionati di musica e di poesia, consumiamo dischi e libri, vogliamo rimandare a tutte le cose che ci hanno emozionato e ci hanno trasformato. “Arrivati al punto” è un insieme di discorsi intrecciati. Un album derivativo, ma con una volontà riformatrice. “Il Battisti elettronico”, dal quale siamo partiti, non è un mito che ci condiziona in maniera totalizzante: tutt’altro, è una delle molteplici suggestioni! Siamo in bilico tra l’easy listenting anni ‘90 (“Ufo Bar”), il filone romantico-sentimentale (“Nuvola ai vetri”), l’immaginario bizzarro da cartoon (“Detto fatto”, “Gong!”), il diario adolescente (“Hotel Panda”), il racconto filosofico e introspettivo (“Conversazione tra manichini”): spesso tutti questi elementi convivono anche nello spazio di un solo bridge o di un ritornello… In quest’ottica di contaminazione puoi capire quanto sia importante per noi interagire con altri artisti e de-centrarci; “Arrivati al punto” vanta due collaborazioni speciali: quella con Fabio Cinti, produttore artistico e voce nel singolo di lancio, “Melò”, e quella con Alessandro Orlando Graziano, autore del testo della sopracitata “Conversazione”.
Il video di "Melo" (guarda) è molto originale: com'è nato? quale spirito attraversa la canzone?Masi: Melò è un omaggio alla poesia di Sergio Corazzini, grande sperimentatore del verso, capace (a dispetto del tono dimesso delle tematiche da lui affrontate), di inventare soluzioni ritmiche inattese, estemporanee, di esibire un vitalismo della parola che, in più luoghi della sua opera, si trasforma agevolmente in “musica”. Portando agli estremi la sua lezione sul verso e la sua vocazione alla costruzione di immagini che danno corpo al “rito” e al “mistero” (racchiusi nel perimetro sacro di una chiesa, ma anche e soprattutto nella traccia semplice, desolata, ma allo stesso tempo fieramente umana, lasciata per strada da un organo di barberia…) abbiamo concepito questa canzone, con lo scopo di raccontare, con ironia, la domenica, giorno qualunque, più qualunque di qualunque giorno…
“Melò” è la storia tragicomica di un prete che vive la sua missione pastorale come una complessa e istrionica performance teatrale: dirige i fedeli come un’orchestra, impartisce improbabili ordini ai chierichetti, inonda senza tregua l’altare di incenso… Un uomo che soffre la ciclicità e la meccanicità del rito religioso e, alla prima occasione, si distrae dal suo ruolo, spalanca le porte della chiesa e “scopre” ciò che sta fuori: le vite degli altri (affascinanti, ma non meno “automatiche”), da scrutare, sfiorare senza lasciarsi coinvolgere, però, troppo dal “gioco”. Il video, sceneggiato con noi e diretto dal regista Davide Emanuele Zinna, ricalca queste vicende, seguendo il ritmo incalzante del brano e restituendone tutta la propria caleidoscopica frammentarietà.

Come cercate di farvi conoscere di più? internet vi può aiutare?
MauSS
: Si fa quel che si può in una nazione come la nostra, specie in un periodo non certo facile come quello che stiamo vivendo. Il discorso vale non solo per gli artisti, è per tutti. Noi poi siamo meridionali e sembra essere tutto più difficile far conoscere il nostro progetto, specie dal vivo… non vorrei apparire banale, pesante e demagogico, ma è una verità che nessuno può negare. È qui che entra in gioco internet. Certo, sì. La rete può "aiutare": è il termine giusto. Ma questo solo perché pare essere (in effetti lo è) l'unica vera realtà sostitutiva. Ciò è molto triste. Il web ha contribuito da un lato alla conoscenza musicale/ascolti degli album più strani e ricercati/informazioni etc… ma dall'altro ha anche contribuito al fatto che la stessa musica venga completamente uccisa. Quindi occorre stare attenti. Tutti questi "digital store" dai nomi affascinanti danno pochissimo (diciamo nulla) a musicisti che come noi cercano di emergere impegnandosi al massimo, mettendoci davvero anima, fatica e soprattutto… soldi. In sostanza, internet ci aiuta poco. Questo almeno è quello che percepisco. Credo sia molto più importante, oltre che gratificante, far arrivare la nostra musica attraverso quella cosa che si chiama "concerto", situazione in cui magari la gente partecipante potrebbe acquistare quella cosa che si chiama "CD" o "Vinile" che sia. Ormai questi due vocaboli sembrano appartenere solo ad artisti già affermati. Non credo sia giusto tutto questo. Sono all'antica (cioè rimasto a solo 15 anni fa), lo so, ma qualcuno provi a darmi torto. Farsi "conoscere", appunto, non ha senso se non si passa prima per la "vera" esperienza. Noi facciamo musica; la musica è cultura e io la parola cultura la associo strettamente all'esperienza. Giovanni Zambito.

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