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lunedì 20 gennaio 2014

MUSICAL! AWARD 2013: Loretta Goggi miglior attrice protagonista. Il regista di "Gypsy" Stefano Genovese a Fattitaliani: "Che grande prova dirigerla"

I Musical Award 2013 la cui cerimonia di premiazione si è svolta al Teatro Manzoni di Milano ha consacrato con il Premio Etta Limiti Loretta Goggi come migliore attrice di "Gypsy". Ecco l'intervista che Fattitaliani aveva fatto al regista Stefano Genovese alla vigilia del debutto dello spettacolo.

La realizzazione di "Gypsy il musical" rappresenta un particolare punto di arrivo (e di ri-partenza) per la sua carriera?
Se intende per la mia di carriera, Gypsy è sicuramente è una bella prova senza per questo essere un punto di arrivo. E' una prova il testo, molto difficile da mettere in scena visti anche gli illustri ed altisonanti precedenti in 60 anni di Broadway. Ed è una prova il dirigere la sig.ra Goggi, una grande e poliedrica artista, come è necessario che sia per un ruolo di tale portata.

In questa regia in che cosa si vede la sua "firma"?
Sicuramente nella messa in scena del testo in tutte le sue sfumature e forme di espressione. Questo spettacolo, come altri che ho già messo in scena, è un musical dove la parte di prosa è fondamentale e le canzoni, tante e bellissime, sono totalmente al servizio del racconto. Come nella tradizione del musical theatre anglosassone, le canzoni ci dicono cosa succede e ci svelano i personaggi nella loro complessità e non sono un mero momento di intrattenimento, di spettacolo fine a se stesso. Un equivoco che succede ancora troppo spesso in alcuni musical italiani dove, quando parte la canzone, si lascia da parte la vicenda, il personaggio, la situazione e ci si concentra sul "numero" al limite del virtuosismo fine a se stesso.
In che cosa Loretta Goggi calza a pennello per il ruolo di Rose? 
Calza a pennello il fatto che Loretta sia una bravissima attrice. Loretta non è Rose, per fortuna. Rose è un personaggio bizzarro, divertente, coinvolgente ma è anche una figura nera, una madre in bilico tra un'egoismo smisurato e la pazzia di un treno che travolge tutti, a partire dalle proprie figlie. Loretta ha l'energia giusta, la bravura necessaria e quella dose di sana follia che serve per calarsi in un personaggio così bello ed estremo. Una grande prova d'attrice che si può affrontare solo con la giusta maturità artistica e personale.
Qual è l'aspetto più difficile nel coordinare coreografie, scene, canzoni, talento della protagonista e degli altri attori?
La parte più difficile è appunto coordinare il tutto. Ogni aspetto ha una propria dimensione e funzione, richiede una specifica professionalità ed esige un lavoro approfondito. Ma tutto deve essere funzionale al racconto e niente fine a se stesso. Non ha senso un'entusiasmante coreografia se non è plausibile per il personaggio che la fa. O un costume particolarmente ricco e ricercato se siamo tra i senzatetto. A meno che non ci sia un'intuizione o una chiave registica che la giustifichi come metafora o in una poetica particolare. Sempre a patto che sia chiara e fruibile. 
Non ci sono limiti alla fantasia in teatro, dove tutto è evocazione. Ma non bisogna dimenticarsi che il teatro è fatto per un pubblico e se quello che si mette in scena lo capisce solo il regista...allora c'è qualcosa che non va.
Lo spettacolo può essere considerato un esempio di metateatro come Shakespeare o il nostro Pirandello: una caratteristica così particolare rende più facile o difficile l'opera di un regista?
Alla luce di quanto ho detto, lo spettacolo nello spettacolo sicuramente aiuta la "spettacolarizzazione" della messa in scena. I numeri che la compagnia di Rose mette in scena sono di puro Vaudville e aiutano Gypsy ad essere uno spettacolo divertente ed ironico. In quei numeri ci sbizzarriamo ad ogni livello: scene, costumi, coreografie, numeri comici e surreali. Giovanni Zambito.

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