Ieri a Palazzo Ferrajoli la casa editrice Pagine ha presentato un nuovo
volume della collana de “I Libri de Il Borghese”: “Senza
Arte né Parte. Percorsi
d’attualità tra musei, storia, società” (pagg. 110, 14€) di Davide Tedeschini: sono intervenuti il
giornalista Antonio De Pascali che ha curato la prefazione del
libro e il giornalista e saggista Gennaro Malgieri. L’editore
Luciano Lucarini ha moderato l’evento.
L’argomento del libro “Senza
Arte né Parte”: Che c’entra l’arte contemporanea
con la destra sociale? E quali sono i problemi della cultura
italiana? Ce lo svela Davide Tedeschini in venti suoi articoli
pubblicati sul “Giornale d’Italia”, qui raccolti in un unico
tomo. Diversi gli argomenti toccati: dal revisionismo della Storia
dell’arte all’ecorelativismo, dall’architettura dei “non
luoghi” all’arte sacra contemporanea, dal multiculturalismo
all’arte delle banche, dagli artisti stranieri a quelli italiani.
Tessere del puzzle della grande cultura italiana, da ricomporre
rispetto ai concetti di “Patria, Dio, Famiglia”, e quindi di
sovranità, diritto alla casa, istruzione, lavoro, libertà,
giustizia.
L’Arte e la cultura si nutrono di un enorme impegno
economico statale, consumato da scuole, musei, editori, televisioni:
il suo studio sforna storici dell'arte, professori, artisti,
architetti, giornalisti; volti televisivi che a un’attenta analisi
non producono interesse se non a loro stessi, rivelandoci che il
problema è più politico che estetico, trasmutato nella retorica
della voracità del potere. “Senza arte né parte”
non è un classico saggio del ’900, ma ne evoca l’autorità
narrando la mera attualità: una scelta che anziché renderlo
subito obsoleto, ne assicura l’assenza dagli scaffali del pensiero
unico, mettendone in luce la singolarità. Fattitaliani ha intervistato l'autore.
Come definiresti te stesso come autore?
Mi piacerebbe essere considerato uno scrittore più che un saggista, perché in fondo esprimo opinioni e teorie personali piuttosto che limitarmi al resoconto di fatti o alla mera descrizione di opere.
Senza arte né parte: che messaggio vuoi dare alla tua opera?
Io alla mia opera? Beh vuole essere solo un contributo alla partecipazione civica, deve far venire in mente di occuparsi più di politica che di estetica, quindi se fosse un messaggio diretto sarebbe: "Vai! Sveglia tutti e mettili in guardia", un allarme...
Cultura e politica come si combinano nel tuo libro?
Vanno a braccetto; contrariamente non scriverei affatto.
Mi piacerebbe essere considerato uno scrittore più che un saggista, perché in fondo esprimo opinioni e teorie personali piuttosto che limitarmi al resoconto di fatti o alla mera descrizione di opere.
Senza arte né parte: che messaggio vuoi dare alla tua opera?
Io alla mia opera? Beh vuole essere solo un contributo alla partecipazione civica, deve far venire in mente di occuparsi più di politica che di estetica, quindi se fosse un messaggio diretto sarebbe: "Vai! Sveglia tutti e mettili in guardia", un allarme...
Cultura e politica come si combinano nel tuo libro?
Vanno a braccetto; contrariamente non scriverei affatto.
In tempi di crisi che consiglio daresti ad un autore emergente?
Di pubblicare comunque; d'altronde tutti gli scrittori hanno creduto nel loro lavoro. É credere in sè.
Vale la pena pubblicare un libro? perché?
É una presa di posizione nei confronti del mondo, una dichiarazione d'intenti netta e inconfondibile, che altri media, giornali, tv, radio, blog non possono dare nella stessa maniera .
Progetti futuri?
Sto continuando a scrivere e vorrei toccare argomenti più delicati, di arte contemporanea, quindi vorrei mettere in cantiere il 'figlio' di questo libro.
Descriviti in una breve biografia...
Ho 40 anni e vivo e lavoro a Roma. Nei miei scritti analizzo il rapporto tra il mondo dell’arte e la società attuale, attraverso numerosi e differenti argomenti legati dal filo conduttore del declino culturale e artistico dell’Occidente. Ho già scritto nel 1999 "La Scatola Aperta" a cura di Lucia Soleri, Tedeschini Davide (pp. 60 tav. colori Ed. Palombi, Roma). Poi nel 2007 "La Rimozione Silvetti", sottotitolo Il museo privato pubblico nell’area suburbana, edito da Museo d’Arte Contemporanea, Ass. Arte Superficiale, Roma. Dal 2013 collaboro con Il Giornale d’Italia, occupandomi di arte e cultura.
Sogno nel cassetto?
Mi piacerebbe trovare la tranquillità economica e una famiglia tradizionale, moglie figli... le cose più semplici di una volta che oggi sono diventate difficili.
Come vedi il futuro dell'Italia attraverso la cultura e la politica?
Penso che subiremo altri anni di menzogne sul ruolo della politica, dell'Europa, dei 'mercati' e... dell'arte. Tutto a scapito del nostro benessere, non so quando arriverà la svolta ma non la intravedo in lontananza.
Perché dovremmo leggere il tuo libro?
Chi si occupa di politica e di arte lo dovrebbe leggere. Anche chi è 'tabula rasa' farebbe bene a informarsi sui tanti soldi bruciati dallo Stato per i comodi di pochi fortunati figli della ricca borghesia industriale o delle clientele politiche. Emanuela Del Zompo.
Di pubblicare comunque; d'altronde tutti gli scrittori hanno creduto nel loro lavoro. É credere in sè.
Vale la pena pubblicare un libro? perché?
É una presa di posizione nei confronti del mondo, una dichiarazione d'intenti netta e inconfondibile, che altri media, giornali, tv, radio, blog non possono dare nella stessa maniera .
Progetti futuri?
Sto continuando a scrivere e vorrei toccare argomenti più delicati, di arte contemporanea, quindi vorrei mettere in cantiere il 'figlio' di questo libro.
Descriviti in una breve biografia...
Ho 40 anni e vivo e lavoro a Roma. Nei miei scritti analizzo il rapporto tra il mondo dell’arte e la società attuale, attraverso numerosi e differenti argomenti legati dal filo conduttore del declino culturale e artistico dell’Occidente. Ho già scritto nel 1999 "La Scatola Aperta" a cura di Lucia Soleri, Tedeschini Davide (pp. 60 tav. colori Ed. Palombi, Roma). Poi nel 2007 "La Rimozione Silvetti", sottotitolo Il museo privato pubblico nell’area suburbana, edito da Museo d’Arte Contemporanea, Ass. Arte Superficiale, Roma. Dal 2013 collaboro con Il Giornale d’Italia, occupandomi di arte e cultura.
Sogno nel cassetto?
Mi piacerebbe trovare la tranquillità economica e una famiglia tradizionale, moglie figli... le cose più semplici di una volta che oggi sono diventate difficili.
Come vedi il futuro dell'Italia attraverso la cultura e la politica?
Penso che subiremo altri anni di menzogne sul ruolo della politica, dell'Europa, dei 'mercati' e... dell'arte. Tutto a scapito del nostro benessere, non so quando arriverà la svolta ma non la intravedo in lontananza.
Perché dovremmo leggere il tuo libro?
Chi si occupa di politica e di arte lo dovrebbe leggere. Anche chi è 'tabula rasa' farebbe bene a informarsi sui tanti soldi bruciati dallo Stato per i comodi di pochi fortunati figli della ricca borghesia industriale o delle clientele politiche. Emanuela Del Zompo.
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