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sabato 15 gennaio 2011

CARAVAGGIO E ALTRI PITTORI DEL SEICENTO. Capolavori dal Wadsworth Atheneum di Hartford

15 gennaio 2011 -

Quest'anno si compiono i 400 anni dalla morte di Caravaggio e proprio in omaggio a questa ricorrenza, Castel Sismondo ha scelto di ospitare, parallelamente alla grande mostra "Parigi. Gli anni meravigliosi", una seconda, straordinaria esposizione dal titolo "Caravaggio e altri pittori del Seicento. Capolavori dal Wadsworth Atheneum di Hartford". La mostra, curata da Marco Goldin e Eric M. Zafran è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e da Linea d'ombra, con il determinante apporto del Gruppo Euromobil dei Fratelli Lucchetta, main sponsor di tutte le attuali mostre riminesi.


Il Wadsworth Atheneum di Hartford, nel Connecticut, è il più antico museo americano, ancora oggi uno dei più importanti, con una collezione folta di capolavori che spazia daimaestri dell'arte europea soprattutto del Seicento e del Settecento, una fondamentale sezione impressionista, una grande parte dedicata all'arte americana dell'Ottocento e una sezione dedicata alla pittura del XX secolo, che parte da Matisse, Picasso e Klee, tocca in modo ampio il Surrealismo di Magritte, Dalí, Ernst e Tanguy giungendo fino a Pollock, Rothko e Wyeth in America.

La mostra propone una sublime selezione di quindici dipinti, tutti di grande formato, da quel nucleo così importante che nel museo americano è dedicato proprio al Seicento. Naturalmente originando da quel capolavoro indimenticabile che è L'estasi di San Francesco di Caravaggio, primissimo quadro di soggetto religioso dipinto dal grande artista attorno al 1594.

Si tratta della prima composizione di Caravaggio impostata su più figure, è il suo primo dipinto di carattere religioso, il suo primo esperimento di ambientazione paesaggistica e uno dei primi esempi in cui l'artista utilizza la luce sia in senso letterale, per illuminare la scena, sia in senso figurativo, come metafora della presenza divina. Ogni aspetto di quest'opera è eccezionale e innovativo. Il modo in cui l'artista interpreta l'estasi che accompagnò la morte metaforica di Francesco e la sua rinascita spirituale nell'immagine di Cristo è alquanto insolita per l'assenza del serafino celeste, per la posa del santo non inginocchiato in preghiera bensì riverso e per la presenza del grazioso angelo fanciullesco. Caravaggio volle chiaramente alludere alla morte metaforica di Francesco e alla sua rinascita spirituale nell'immagine di Cristo. Nel dipinto sono proposte in modo esplicito le analogie tra la vita di Francesco e quella di Cristo: le figure intorno al fuoco ricordano l'annuncio della nascita di Gesù ai pastori, l'abbraccio di sostegno da parte dell'angelo è basato sulle rappresentazioni dell'agonia nell'Orto degli Ulivi e la posa di Francesco, atteggiato come il corpo della Pietà, richiama l'immagine di Cristo morto sostenuto dagli angeli. Il gesto dell'angelo, con l'indice e il pollice agganciati intorno al cordiglio del santo in modo da volgerlo verso l'osservatore per rendere visibili le ferite, sottolinea, insieme all'estatico mancamento della morte e della rinascita spirituale di Francesco, il ruolo di quest'ultimo come imitatore di Cristo.

Attorno a questo dipinto capitale, la mostra si compone di opere insigni di autori che da Caravaggio hanno tratto esempio; Cigoli, Morazzone, Gen--tileschi, Strozzi, Saraceni in Italia. Quindi in ambito spagnolo Zurbarán, con una delle sue opere più riconosciute, il San Serapione del 1628, un quadro affascinante che rivela l'intimo collegamento, esistente nell'arte spagnola del XVII secolo, tra scultura e pittura. Il modo in cui è ritratto il santo è infatti estremamente realistico, al punto che si ha quasi l'impressione di poterlo toccare.
E poi Ribera, con il suo Il senso del gusto, 1614-1616 circa, che rivela un evidente legame con il naturalismo e il chiaroscuro del Caravaggio. Quindi, Le Sueur in Francia e la Scuola fiamminga e olandese con Sweerts, Van Dyck e Hals, il più importante ritrattista di Haarlem nel secondo quarto del XVII secolo, con il Ritratto di Joseph Coymans, 1644, eseguito con pennellate vivaci e indipendenti per tratteggiare la personalità dinamica del personaggio ritratto in conformità alle convenzioni della ritrattistica di quel tempo.

Info e prenotazioni: www.lineadombra.it

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