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domenica 11 maggio 2014

“Walk the time”, il nuovo disco degli Heretic’s Dream. L'intervista di Fattitaliani: "nella condivisione la chiave di volta"

Il nuovo disco degli Heretic’s Dream “Walk the time” (Videoradio/Self), composto da 11 tracce, è nei negozi  di dischi e  nei digital  store dal 15 ottobre: Outcasted è il primo singolo estratto. Gli Heretic’s Dream sono: Francesca Di Ventura (voce), Andrej Surace (chitarra), Carlo Nicolucci (chitarra), Maurilio Di Stefano (batteria/flauto), Jacopo Greci (basso).

Il progetto Heretic’s Dream nasce nel 2010 quando il chitarrista Andrej Surace e la cantante Francesca Di Ventura vanno a vivere in Inghilterra. Per le loro differenti influenze musicali, che vanno dalle varie forme di Death Metal e hardcore per Andrej al pop/goth/rock per Francesca, iniziano a scrivere musica difficilmente inquadrabile in un genere specifico e fanno di tale sound unico una caratteristica peculiare, grazie anche all’aiuto del bassista Rick Sivier, che assiste la band nei primi stadi del processo compositivo. La band ha subìto negli ultimi due anni vari cambi di line up, contando su musicisti Inglesi ma anche Italiani, a dispetto della notevole attività live in UK, soprattutto nel 2012. Gli Heretic’s Dream hanno alle spalle oltre 90 performances negli ultimi 18 mesi e, a Novembre ha siglato l’endorsement con la Markline Guitars. L’album di debutto, "The unexpected move", registrato a Febbraio 2012, è disponibile nei principali digital store sotto etichetta Videoradio Edizioni Musicali & Discografiche. Il disco ha ottenuto un ottimo riscontro sia in Italia che in UK ed è stato trasmesso da svariate radio Italiane, Inglesi e Canadesi. La band ha supportato Richie Kotzen nella sua data a Roma nel Novembre 2012 ed è stata supporter ufficiale della band metal Svedese Crucified Barbara, durante tutto il loro tour italiano nel Dicembre 2012. A marzo 2013 la band ha rilasciato il singolo “Chains of blood”, featuring Gabriele Bellini. Fattitaliani li ha intervistati partendo dal nuovo album, “Walk the time”, registrato quasi interamente al Kick Recording Studio di Roma (due tracce sono state registrate al La Fucina Studio di Firenze con la direzione artistica di Gabriele Bellini), su etichetta Videoradio e distribuito da SELF. Francesca Di Ventura ci ha risposto a nome del gruppo.

Quali sono essenzialmente le novità del vostro nuovo album rispetto a "The unexpected move"?
La cura dei suoni, grazie alla qualità dello studio di registrazione (Kick Recording Studio di Roma) verso cui ci siamo rivolti e una maggiore attenzione agli arrangiamenti, arricchiti da tappeti di tastiere e backing vocals. Nell’album possiamo fregiarci di 6 guest stars e, come nel precedente album, di un cameo di flauto del nostro vecchio batterista, Maurilio Di Stefano.
Il pubblico del vostro primo cd si ritroverà nel secondo?
Direi di sì. Siamo ancora noi nella varietà delle sonorità e dei generi proposti lungo l’album e sempre noi nel raccontare l’essere umano attraverso le proprie esperienze in modo da rendere l’album personale e personalizzabile. Forse in questo ultimo disco c’è una virata verso il metal proprio come detto per le chitarre scure e la masterizzazione decisamente meno rock, ma direi che il segno Heretic’s Dream c’è tutto.

Vivere e suonare all'estero rende più consapevoli dei cambiamenti nel mondo e nella musica?
Rende più umili. Ti accorgi che il mondo è pieno di ottime band con proposte musicali interessanti e che proprio nella condivisione si ha la chiave di volta verso una comunità musicale di livello alto. In Italia purtroppo assistiamo ad una lotta instestina tra band che non solo non conduce a nessun risultato vero ma non fa che alimentare il potere dei locali. In tale contesto di “guerra”, le band sono ricattabili e i locali possono imporre le loro regole, quasi sempre dettate dal desiderio di business.
Forte il contenuto di "The next level"...: qual è la ferita più grande che raccontate nel brano?
Ho scritto quel testo in volo, rientrando da Roma a Londra. Avevo il mio compagno, il chitarrista Andrej Surace, accanto a me, amareggiato da oltre 3 anni di ricerca vana di un lavoro in quella terra straniera. Ho raccontato la verità: per quanto Londra sia una città “aperta” a varie etnie, in realtà il classismo inglese inasprisce la loro reale tendenza al “razzismo”, quale derivazione del loro forte senso patriottico. In tempi di crisi, un inglese mediocre è preferibile ad un eccellente italiano. Se si tratta di lavori ritenuti dalla loro società “di basso livello”, come il cameriere, allora c’è spazio per tutti.

In che cosa vi sentite più "gruppo"? Nell'ambiente musicale odierno quali difficoltà in particolare bisogna superare per garantirne la compattezza?
Come già accennato, a nostro parere la comunità musicale dovrebbe ritrovare la solidarietà di qualche decennio fa. Forse la competizione oggi rende tale obiettivo più lontano. Gli Heretic’s Dream sono stati la casa di vari musicisti (abbiamo “ospitato” circa 7 batteristi e 6 bassisti in 3 anni) e credo di poter affermare che tutti, indipendentemente dall’entità di permanenza in essa, si sono sentiti parte integrante di un progetto, condividendo una visione che in primo luogo si esplicita nel rispetto della musica che c’è in ognuno di noi al di là del genere musicale. Questa regola è la vera origine del crossover che proponiamo, enfatizzato dall’ecletticità del fondatore e vero cuore di questo progetto, Andrej. Giovanni Zambito.

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